Cinema femminile: la storia di Ida Lupino nel saggio di Siria Frate ‘Cinema, femminile plurale’

Cinema femminile: la storia di Ida Lupino nel saggio di Siria Frate

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Cinema femminile: la storia di Ida Lupino nel saggio di Siria Frate ‘Cinema, femminile plurale’

Un nuovo saggio riflette sul ruolo delle donne nella storia del cinema, con un focus potente su Ida Lupino, regista coraggiosa e poco raccontata. Presentazione in arrivo anche nel nostro territorio.

La regista e attrice britannica Ida Lupino torna al centro dell’attenzione grazie al saggio “Cinema, femminile plurale. Le donne che hanno fatto la storia della settima arte”, esordio saggistico di Siria Frate, giovane autrice originaria di Reggio Emilia. Il volume, pubblicato di recente da infinito edizioni (prezzo € 15,00, 116 pagine), analizza l’impatto delle donne nel cinema, con una particolare attenzione ai grandi nomi che hanno sfidato le regole del patriarcato hollywoodiano.

Cinema femminile: la storia di Ida Lupino nel saggio di Siria Frate ‘Cinema, femminile plurale’
Cinema femminile: la storia di Ida Lupino nel saggio di Siria Frate ‘Cinema, femminile plurale’

Tra queste, spicca proprio Ida Lupino, unica regista a operare con continuità negli anni d’oro del cinema classico americano, accanto alla più nota Dorothy Arzner. Dopo una carriera da attrice costellata di ruoli minori – lei stessa si definiva ironicamente “la Bette Davis dei poveri” – Lupino trovò nella regia la sua vera vocazione. Durante una sospensione dai set Warner Bros., si avvicinò al mondo del montaggio e della regia, al punto da fondare una casa di produzione indipendente, la Emerald Productions, insieme al marito.

Il suo obiettivo era chiaro: creare film a basso budget ma di alta qualità, capaci di raccontare storie fuori dal coro. I suoi “B-movies” erano in realtà opere dense di significati sociali, intrecciando noir, introspezione femminile e critica culturale.

Il libro di Frate si muove tra sguardi critici, budget negati e invisibilità sistemica, restituendo centralità alle protagoniste dimenticate della settima arte. Insieme a Lupino, il saggio analizza figure come Chantal Akerman, Laura Mulvey, Claire Johnston e Dorothy Arzner, delineando un vero e proprio atlante del cinema al femminile.

Questo saggio rappresenta un’occasione preziosa per riflettere anche a livello locale su una questione ancora attualissima: la scarsa rappresentanza femminile nei ruoli chiave dell’industria cinematografica. L’opera di Frate non è solo un lavoro di ricerca, ma un invito alla comunità – studenti, cinefili, attivisti culturali – a rivedere il ruolo delle donne non come eccezione, ma come fondamenta della narrazione audiovisiva. Dare visibilità a storie come quella di Lupino significa alimentare un discorso più equo anche nelle politiche culturali del nostro territorio.
Al momento non sono previste presentazioni locali ufficiali del volume, ma è disponibile in libreria e nei principali store online. Per chi volesse approfondire, è consigliabile seguire l’autrice tramite canali universitari o eventi editoriali dedicati alle tematiche di genere e cinema.

Accessibilità: Il libro è fruibile in formato cartaceo, ma sarebbe auspicabile una futura edizione digitale o audiolibro per garantire maggiore accessibilità.

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