Bologna, 24 giugno 2025 – I gruppi di maggioranza dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna – Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra, Movimento 5 Stelle e Civici con De Pascale – hanno tenuto oggi una conferenza stampa per esprimere una netta opposizione allo schema di decreto ministeriale sul dimensionamento scolastico per l’anno 2026/2027.

L’ordine del giorno presentato in Aula invita la Giunta regionale a contrastare con forza il provvedimento in tutte le sedi istituzionali, chiedendone una revisione e una maggiore equità nei criteri di applicazione.
Il cuore della critica riguarda le aree montane e interne della regione, dove lo spopolamento e la carenza di servizi rendono fragile la rete scolastica. Il decreto, secondo i dati diffusi, comporterebbe la soppressione di 17 autonomie scolastiche, con una conseguente riduzione del numero di dirigenti scolastici e direttori dei servizi generali e amministrativi (DSGA). A rischio, sostengono i rappresentanti dei gruppi, è la qualità dell’offerta formativa, soprattutto nei territori già colpiti da disuguaglianze.
Alla conferenza stampa sono intervenuti Maria Costi, presidente della Commissione Scuola, Simona Larghetti (capogruppo AvS), Vincenzo Paldino (Civici con De Pascale) e Alice Parma (vicecapogruppo PD). Tutti hanno condannato l’approccio del decreto, definendolo “una scelta politica che riduce la presenza della scuola pubblica e colpisce in modo sproporzionato le aree più deboli del territorio”.
Il decreto è attualmente in fase di esame da parte del Governo, ma la Conferenza Unificata tra Stato, Regioni e autonomie locali non ha raggiunto l’intesa. La Regione Emilia-Romagna ha espresso parere negativo, giudicando i criteri adottati iniqui e non calibrati sulle specificità territoriali.
Opinione della redazione
La difesa della scuola nelle aree interne non è solo una questione amministrativa: è una battaglia di civiltà. Garantire un’istruzione accessibile e di qualità anche nei territori più decentrati significa rafforzare la coesione sociale e contrastare lo spopolamento. In un’epoca in cui le fragilità territoriali si accentuano, misure uniformi rischiano di aumentare le disuguaglianze invece di colmarle.