“Le donne occidentali al Tarbela si leggevano come un libro aperto. Non così quelle pakistane, le poche che si facevano vedere in giro per il villaggio e le altre che si incontravano nelle strade e nei bazaar di Rawalpindi o di Peshawar – scrive Benedetta Trevisani nel libro dal titolo Michele e la Luna. Gli italiani in Pakistan negli anni Settanta e la grandiosa diga di Tarbela.
Il contatto con loro era sfuggente e le vesti stesse che indossavano volevano essere un argine, se non addirittura una barriera alla visibilità. Dal chador al burqa, un progressivo oscuramento delle forme, la condanna all’indistinto assoluto. Difficile da comprendere per gli occidentali un cosi categorico occultamento delle forme che negava l’identità sociale della donna, solo preservandone quella familiare, che restava comunque un affare privato. All’incomprensione si mescolava un senso di disagio. Quelle donne ridotte a pura funzione visiva, che si esercitava attraverso la piccola finestra reticolata ad altezza degli occhi, erano un enigma. Chissà come quegli occhi vedevano il mondo, e su quali cose e con quali pensieri si posavano di preferenza. A parte tutto, vedere e non essere visti non è un privilegio da niente. Né si può pensare che una clausura forzata sopprima la curiosità e i cattivi pensieri. Anzi. I corpi e gli occhi delle donne occidentali, che si offrivano senza protezione alla vista di tutti, erano così come si vedevano. Quegli occhi nascosti, invece, che solo a momenti potevano essere intravisti per qualche scintillio sotto la grata di stoffa, suscitavano diffidenza. Chi si sentiva osservato non riusciva a indovinare la direzione e le intenzioni dello sguardo”.
Anni Settanta, Pakistan, diga di Tarbela, Oriente e Occidente si incontrano e si scoprono diversi, come abbiamo letto nel brano riportato qui sopra, testimonianza diretta di un grandioso progetto di ingegneria e, allo stesso tempo, di un’interessante e unico momento di contatto e scoperta tra mondi diversissimi.
Il libro:
Titolo: Michele e la Luna
Autrice: Benedetta Trevisani
(€ 14,00 – pag. 128)
L’autrice
Benedetta Trevisani è nata a San Benedetto del Tronto, dove vive. Laureata in Lettere classiche all’Università di Bologna, tra il 1970 e il 1972 ha insegnato materie letterarie nella scuola legalmente riconosciuta di Tarbela (West Pakistan), dove col marito ha vissuto nella piccola comunità internazionale costituitasi per l’edificazione sull’Indo di una diga imponente. Al suo rientro in Italia ha proseguito l’insegnamento di materie letterarie, latino e greco nei licei di Fermo e di San Benedetto. Impegnata in ambito culturale e interessata alla cultura locale per le radici marinare, ha pubblicato articoli e recensioni sulle riviste locali, con personali interventi di scrittura anche in testi divulgativi. Ha scritto opere di narrativa, tra cui la trilogia La rete e il tempo, Giuseppe nei tempi del mare, Librimblù.
Casa editrice: Infinito Edizioni