Il protagonista, Mbobo, chiamato anche Kirill, nasce e cresce nei corridoi della metropolitana di Mosca, figlio di un atleta africano e di una donna russa. La sua infanzia si sviluppa in un mondo sotterraneo e sontuoso, simbolo decadente del sistema sovietico, mentre in superficie l’Unione Sovietica si sgretola tra indifferenza e disillusione.

La metropolitana diventa così una metafora potente: un regno fiabesco e claustrofobico, rifugio e prigione allo stesso tempo. Kirill, abbandonato prima dal padre e poi dalla madre, vaga in questo labirinto alla ricerca di senso e protezione. Ismailov intreccia realtà storica e immaginario con maestria, offrendo una narrazione delicata e disturbante che scava nelle crepe della memoria collettiva.
L’uscita di questo libro è un’occasione importante per i lettori italiani, anche a livello locale. L’opera tocca temi universali, l’emarginazione, la crisi dell’identità, l’eredità del passato, che possono stimolare riflessioni anche nei nostri contesti urbani, spesso segnati da diseguaglianze, fragilità sociali e bisogno di nuove narrazioni. Eventi come questo aiutano a rafforzare il dialogo tra culture e a riportare l’attenzione sulla funzione critica e poetica della letteratura.
Titolo: Il figlio del sottosuolo
Autore: Hamid Ismailov
Traduzione dal russo: Nadia Cigognini
Editore: Utopia Editore
Uscita: 13 giugno 2025
Disponibilità: In tutte le librerie fisiche e online
Accessibilità: Il libro sarà disponibile anche in formato eBook.