Si chiama Alì, pesa tre chili e mezzo ed è al mondo da poche ore: Fatima, la mamma, era su un barcone che rischiava di capovolgersi in mezzo al Mediterraneo con altre 90 persone e forse sarebbe finita in fondo al mare come tanti altri disperati, se la Geo Barents non l’avesse salvata insieme a tutti gli altri. Ed ora sulla nave di Medici Senza Frontiere non sono più 254 i migranti soccorsi negli ultimi giorni, ma 255: una volta tanto una vita in più e non in meno. Alì è nato alle 11.31. Ha tre fratelli e anche loro sono tutti salvi. Come salvo è un bimbo di 10 anni che viaggiava da solo ed anche lui è ora sulla nave della Ong. Stavolta dunque non è andata come tre giorni fa, quando uno dei tanti barconi che tentano la traversata è naufragato e due bimbi di 4 mesi e di 6 anni sono scomparsi. O come l’altra sera quando nell’hotspot di Lampedusa è morta una neonata di 6 mesi: sembrava stesse bene ma un problema congenito o un malore improvviso non le hanno lasciato scampo.
Per Fatima partorire è stato però tutt’altro che semplice. Il viaggio difficile, lo stress estremo e la profonda disidratazione hanno indotto il parto alla donna, al nono mese di gravidanza. Il travaglio è cominciato intorno alle 4 di mattina, il piccolo è nato dopo sette ore e ora Fatima – spiega Medici Senza Frontiere – ha bisogno di immediate cure mediche specialistiche, in quanto le sue condizioni sono critiche.