A meno di una settimana dalle primarie democratiche per eleggere il nuovo sindaco di New York, la sfida si è trasformata in un testa a testa tra l’ex governatore Andrew Cuomo e l’astro nascente della sinistra progressista, Zohran Mamdani. Secondo un sondaggio del Marist Institute, Cuomo resta in testa con il 38% delle preferenze, ma Mamdani lo segue da vicino con il 27%, guadagnando terreno in modo costante.
L’assembleare statale di origini sudasiatiche e fede musulmana, 33 anni, ha conquistato attenzione nazionale per la sua piattaforma politica incentrata su giustizia sociale, lotta alle disuguaglianze e servizi pubblici accessibili. Grazie al sistema di voto a scelta multipla (ranked-choice), il sondaggio simula una vittoria di Cuomo con un margine ridotto di 10 punti nell’ultimo round.
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Rispetto al sondaggio di maggio, Mamdani ha quasi dimezzato il divario, attirando soprattutto elettori progressisti e comunità latinoamericane. Finora, circa 132.000 democratici hanno già votato anticipatamente, in un’elezione che potrebbe superare il milione di votanti. Storicamente, chi vince le primarie democratiche a New York vince anche le elezioni generali, ma quest’anno lo scenario è più incerto.
A rafforzare ulteriormente la candidatura di Mamdani è arrivato l’appoggio ufficiale del senatore Bernie Sanders, che si unisce a quello già espresso dalla deputata Alexandria Ocasio-Cortez. I due leader progressisti sono tra le figure più influenti della sinistra americana e il loro sostegno rappresenta un segnale forte di consolidamento del fronte socialista-democratico.
Sanders ha lodato il programma di Mamdani, che prevede: la costruzione di 200.000 case popolari, congelamento degli affitti, trasporto pubblico gratuito, riduzione delle sanzioni per le piccole imprese, assistenza all’infanzia universale e persino supermercati comunali.
«In un momento così critico per il nostro futuro, la politica del “tutto come prima” non basta più», ha scritto Sanders su X, rilanciando il messaggio di Mamdani. Il candidato, già in ascesa, ora appare sempre più come un’alternativa concreta al ritorno di Cuomo.
