Negli ultimi giorni, oltre mille famiglie afghane sono state costrette a tornare in patria a causa dell’aumento delle espulsioni da parte di Iran e Pakistan. Lo ha annunciato il Ministero afghano per i Rifugiati e i Rimpatri, segnalando che solo nella giornata di sabato 27 maggio sono rientrate 1.066 famiglie.
I rimpatri sono avvenuti attraverso diversi valichi di frontiera: 165 famiglie hanno attraversato il confine di Torkham, nella provincia di Nangarhar, 133 da Spin Boldak, nel Kandahar, 228 da Pul-e-Abresham, nel Nimroz, 3 da Angoor Ada, nel Paktika, e ben 537 da Islam Qala, nella provincia di Herat.
Secondo le autorità, tutte le famiglie sono state subito registrate e hanno ricevuto assistenza di prima necessità: cibo, beni essenziali per la casa e cure sanitarie. Il governo afghano, tramite il Ministero competente, ha dichiarato l’intenzione di avviare programmi di reinsediamento e sostegno economico per facilitare l’integrazione di queste famiglie nel tessuto sociale ed economico del Paese.
La situazione riflette un fenomeno in crescita: Iran e Pakistan stanno infatti aumentando i rimpatri forzati, in un contesto in cui l’Afghanistan continua ad affrontare gravi crisi economiche e instabilità politica. Questo flusso di ritorni forzati evidenzia la necessità di un intervento internazionale strutturato per affrontare le cause profonde delle migrazioni afghane e promuovere la stabilità a lungo termine.
