Tutti conoscono il Museo Cervi di Gattatico e ormai decine di migliaia di persone hanno visitato il nuovo allestimento museale, inaugurato due anni fa, dopo la pandemia. Ma ci sono anche spazi del Museo di cui pochi conoscono l’esistenza, riservati ai depositi museali.
Qui sono contenuti tantissimi oggetti, per lo più doni e onorificenze arrivati dal dopoguerra fino ai giorni nostri, destinati ad Alcide Cervi, padre dei sette Fratelli uccisi dai fascisti nel 1943, e alla famiglia, contribuendo alla formazione dell’attuale museo. Medaglie, targhe, piatti celebrativi, coppe e trofei, fotografie, modellini di velieri, ma anche soprammobili, vecchi strumenti di lavoro del mondo contadino, un candelabro a sette bracci e una scultura in legno con falce e martello.
Si tratta di un patrimonio immenso per la costruzione della memoria del dopoguerra, che si rende finalmente più fruibile al pubblico grazie a un consistente lavoro di riordino. È qui che dal 3 al 6 ottobre, infatti, si è svolta l’ultima fase del corso di formazione sulla gestione dei depositi museali con il metodo RE-ORG, promosso dalla Regione Emilia-Romagna, con la collaborazione di ICOM Italia e ICCROM (Centro internazionale di studi per la conservazione ed il restauro dei beni culturali), con il sostegno del Comune di Gattatico. Proprio il Museo Cervi è stato scelto come luogo della fase pratica e conclusiva del corso, giunto alla sua seconda edizione, dopo una lunga formazione teorica avviata lo scorso marzo.
Quattro giorni intensissimi, a cui hanno partecipato operatori e responsabili di 10 importanti musei dell’Emilia Romagna, dai Musei Civici di Modena (sede della prima edizione del corso) al Museo civico Archeologico di Bologna, uniti da un obiettivo comune: dare un ordine alla collezione contenuta nei depositi del museo di Gattatico con il metodo RE-ORG di ICCROM-UNESCO. Già, ma cos’è il metodo RE-ORG? Si tratta di una guida innovativa alla progettazione e alla riorganizzazione dei depositi museali.
Lungi dall’essere un’arida lista di procedure, ha un approccio passo-passo per aiutare coloro che lavorano con le collezioni culturali per riorganizzare i depositi museali, concentrandosi sull’uso creativo, ma sicuro, delle risorse esistenti. Finora RE-ORG è stato applicato con successo dagli esperti ICCROM in 145 musei di 30 nazioni in tutto il mondo e ora è proposto per la prima volta in Italia, nei musei dell’Emilia-Romagna. La metodologia RE-ORG è una risposta pratica alla necessità di una corretta gestione dei depositi, talvolta carente o incompleta, che comprende quasi sempre la parte più rilevante dei nuclei di collezione conservati nei musei, fino al 95%. Venerdì 6 ottobre, a fine lavori, è avvenuta la cerimonia di presentazione dei nuovi spazi di deposito: un cambiamento significativo subito percepito dai presenti, a partire dalla autorità. «Anche questa seconda edizione del corso di RE-ORG si è dimostrata un successo. È un piacere che un luogo così importante come il Museo Cervi abbia scelto di aderire a questo metodo efficace, testato a livello internazionale, che sta aiutando gli operatori museali in Emilia-Romagna a portare più qualità nella gestione delle proprie collezioni.
È stato un eccezionale lavoro di squadra, di persone competenti e preparate che si sono messe in gioco a livello professionale e anche umano», dichiara Cristina Ambrosini, Dirigente responsabile del Settore Patrimonio culturale della Regione Emilia-Romagna. «Ci riempie di orgoglio il fatto che questo museo, in questo territorio, sia stato scelto dalla Regione Emilia Romagna per questo importante progetto, che ha contribuito a ordinare e ridare valore a una parte consistente del patrimonio di Casa Cervi», afferma Luca Ronzoni, Sindaco di Gattatico. È dello stesso avviso Albertina Soliani, Presidente dell’Istituto Alcide Cervi: «Si tratta di un progetto fondamentale per il Museo Cervi e per i musei dell’Emilia-Romagna. Proteggere, conoscere, valorizzare il patrimonio artistico e culturale significa questo: assicurare alle future generazioni la trasmissione del patrimonio dell’umanità».
Una soddisfazione condivisa dalle curatrici del corso, Giorgia Bonesso e Sonia Caliaro, e dalla responsabile del Museo Cervi, Paola Varesi.