Afghanistan, l’ONU accusa i Talebani: “Liberate subito i giornalisti detenuti”
Il 3 maggio, in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa, Richard Bennett, relatore speciale delle Nazioni Unite per i diritti umani in Afghanistan, ha lanciato un appello chiaro: tutti i giornalisti e gli operatori dei media detenuti dai Talebani devono essere rilasciati immediatamente.

In un videomessaggio diffuso per l’occasione, Bennett ha denunciato la repressione crescente contro la stampa in Afghanistan, dove la libertà di espressione è diventata sempre più difficile da esercitare. “Senza libertà di espressione, non ci può essere giustizia, né pace”, ha dichiarato.
Secondo i dati del Centro giornalisti afghani, nel solo ultimo anno le violazioni contro la libertà di stampa sono aumentate del 58%. Dal maggio 2024 sono stati registrati oltre 215 episodi che comprendono minacce, violenze e arresti, tra cui 40 giornalisti detenuti. Al momento, almeno dieci giornalisti sono ancora in carcere: sette di loro hanno già ricevuto condanne che vanno dai sette mesi ai tre anni.
Bennett ha sottolineato che molti operatori dei media vengono arrestati arbitrariamente, subiscono censure rigide e non possono pubblicare nemmeno immagini di esseri viventi, come stabilito da una recente normativa talebana chiamata “legge per la promozione della virtù”. Tale legge ha portato anche alla sospensione delle trasmissioni televisive in diverse province.
Tra i più colpiti ci sono le giornaliste donne, che oltre alla censura affrontano una discriminazione sistemica in base al genere. L’annullamento della legge sui media e di quella sull’accesso alle informazioni ha ulteriormente compromesso la possibilità per i cittadini afghani di essere informati in modo libero e indipendente.
Nonostante le ripetute dichiarazioni dei Talebani a favore della libertà di stampa, le organizzazioni internazionali continuano a lanciare l’allarme. Secondo il più recente Indice mondiale della libertà di stampa 2025 pubblicato da Reporters Sans Frontières, l’Afghanistan si colloca al 175° posto su 180 Paesi, con un punteggio di appena 17,88 su 100.
Bennett ha definito i giornalisti afghani “guardiani della verità” e ha esortato la comunità internazionale a sostenere chi continua a fare informazione, anche dall’esilio. La libertà di stampa, ha concluso, non è solo un diritto: è una condizione necessaria per la pace e la giustizia in ogni Paese.