Pakistan abbatte Rafale indiano: implicazioni militari e politiche per l’India
Il 7 maggio, l’Aeronautica militare pakistana ha dichiarato di aver abbattuto cinque jet da combattimento indiani, tra cui tre Rafale, i caccia francesi di ultima generazione su cui Nuova Delhi ha puntato per rafforzare la propria supremazia aerea. La notizia, se confermata, rappresenterebbe non solo una perdita militare ma anche una ferita all’orgoglio strategico indiano, con possibili ripercussioni sulla stabilità della regione.

Un alto funzionario dell’intelligence francese, citato dalla CNN, ha confermato che almeno un Rafale indiano sarebbe stato effettivamente abbattuto. Sarebbe la prima volta che questo tipo di jet – tra i più avanzati al mondo – subisce una perdita in combattimento. L’aereo è stato acquistato dall’India tra il 2020 e il 2022 per un valore di circa 8,7 miliardi di dollari, in un contratto che prevedeva 36 velivoli.
Equilibrio militare in discussione
Secondo Gilles Boquerat, esperto francese di sicurezza dell’Asia meridionale, “se il Rafale è stato realmente abbattuto, l’India si trova davanti a una grave sottovalutazione delle capacità attuali del Pakistan.” Il riferimento è in particolare ai jet J-10C di fabbricazione cinese, introdotti nell’Aeronautica pakistana nel 2022 e dotati di missili aria-aria PL-15, usati per la prima volta in uno scontro reale proprio in questo episodio.
Anche il New York Times ha riportato, citando fonti anonime del governo indiano, che “alcuni jet sono stati effettivamente abbattuti”, senza fornire dettagli. La notizia ha creato un certo allarme anche tra i vertici di Dassault Aviation, l’azienda francese produttrice dei Rafale, soprattutto alla luce del recente contratto da 7,4 miliardi di dollari firmato con l’India per altri 26 velivoli destinati alla Marina.
Secondo Malik Qasim Mustafa, esperto del Centro di Studi Strategici di Islamabad, “l’abbattimento di tre Rafale rappresenta un serio campanello d’allarme per il produttore francese e potrebbe influenzare future trattative con altri paesi.”
La guerra “a distanza”
Entrambi i paesi hanno dichiarato di aver lanciato attacchi precisi senza mai oltrepassare i confini. Una strategia che si discosta dai precedenti conflitti, come quello del 2019 a Balakot, quando un jet indiano fu abbattuto e il suo pilota catturato. Stavolta, i bersagli scelti da India e Pakistan si trovavano abbastanza vicini al confine da poter essere colpiti con armi a lungo raggio senza violare lo spazio aereo altrui.
Gli analisti indicano due motivi per questo approccio più “cauto”: da un lato le pressioni interne per una risposta militare immediata, dall’altro le pressioni internazionali per evitare un’escalation. Il crescente uso di missili da crociera e altre armi a lunga gittata ha permesso a entrambi i paesi di colpire con precisione restando nel proprio territorio, riducendo il rischio di scontri diretti.
Secondo Boquerat, questa nuova dinamica potrebbe cambiare profondamente il modo in cui India e Pakistan si affrontano militarmente: “Non è più necessario attraversare i confini se si dispone della tecnologia per colpire da lontano.”
L’abbattimento dei Rafale da parte del Pakistan – se confermato – cambierebbe le carte in tavola non solo sul piano militare, ma anche sul fronte diplomatico ed economico, mettendo in discussione l’efficacia delle costose scelte strategiche di Nuova Delhi e il ruolo dell’industria militare francese nel conflitto.
Fonte TRT