Pakistan accusa l’India di terrorismo di Stato: “Prove schiaccianti di coinvolgimento in attacchi sul nostro territorio”
Islamabad risponde con durezza alle accuse di Nuova Delhi per l’attacco di Pahalgam, negando ogni coinvolgimento e ribaltando le accuse: “È l’India a sostenere il terrorismo in Pakistan”
Il portavoce dell’esercito pakistano, il tenente generale Ahmed Sharif Chaudhry, ha dichiarato in una conferenza stampa che l’India sta portando avanti attività di terrorismo transfrontaliero contro il Pakistan, fornendo prove dettagliate per dimostrare quanto affermato. Le accuse sono arrivate in risposta alle dichiarazioni di Nuova Delhi che, senza presentare prove, ha imputato al Pakistan la responsabilità dell’attacco del 22 aprile scorso a Pahalgam, nel Kashmir indiano, in cui sono state uccise 26 persone, in gran parte turisti.

Il generale Chaudhry ha definito le accuse indiane “totalmente infondate” e ha sottolineato che in sette giorni l’India non ha presentato “neanche una prova concreta” a supporto delle sue affermazioni. Invece, ha presentato pubblicamente materiale che – secondo Islamabad – confermerebbe l’esistenza di una rete terroristica sostenuta dallo Stato indiano operante in Pakistan, in particolare in Balochistan.
Tra le prove mostrate ci sarebbero esplosivi, droni, telefoni e denaro sequestrati a un cittadino pakistano addestrato in India, arrestato lo scorso 25 aprile nei pressi di Jhelum. Secondo l’esercito pakistano, l’uomo avrebbe ricevuto istruzioni e materiali da ufficiali in servizio dell’esercito indiano, inclusi un maggiore, un subedar (sottufficiale) e altri militari. In particolare, si fa il nome del maggiore Sandeep Verma, indicato come coordinatore principale delle operazioni.
Un audio trasmesso durante la conferenza stampa riporterebbe la voce del maggiore Sandeep che discute con un terrorista dei pagamenti per azioni violente e delle modalità di trasporto degli esplosivi tramite droni. Il generale Chaudhry ha sottolineato che il materiale presentato è solo una parte delle attività di terrorismo sponsorizzate dall’India e ha invitato agenzie indipendenti internazionali ad analizzarlo.
Secondo il portavoce, il sospetto arrestato avrebbe eseguito almeno quattro attentati con ordigni esplosivi. L’ultimo sarebbe avvenuto proprio il 23 aprile, il giorno dopo l’attacco di Pahalgam, in un’area popolata vicino a un terminal di autobus.
Inoltre, Chaudhry ha accusato l’India di aver intensificato le attività terroristiche in Balochistan attraverso gruppi locali come il Tehreek-i-Taliban Pakistan (TTP) e cellule indipendenti, subito dopo i fatti di Pahalgam. Ha fatto riferimento a recenti scontri al confine con l’Afghanistan, durante i quali le forze di sicurezza pakistane avrebbero ucciso 71 miliziani in pochi giorni.
A complicare ulteriormente i rapporti, lo stesso giorno in cui si teneva la conferenza stampa, l’esercito pakistano ha abbattuto un drone indiano che avrebbe sconfinato nella zona controllata da Islamabad nel Kashmir.
Anche il ministro dell’Interno pakistano, Mohsin Naqvi, è intervenuto sulla questione dichiarando che “ogni movimento al confine è monitorato” e che il Pakistan “risponderà con forza a qualsiasi incursione”.
Intanto, da New York, la missione diplomatica pakistana presso le Nazioni Unite ha ribadito che il recente attacco al treno Jaffar Express – avvenuto l’11 marzo e attribuito alla Balochistan Liberation Army (BLA) – sarebbe stato sostenuto da potenze regionali ostili, con un chiaro riferimento all’India.
In conclusione, Islamabad chiede un’indagine indipendente sull’attacco di Pahalgam e accusa l’India non solo di incolpare il Pakistan senza prove, ma anche di destabilizzare deliberatamente la regione attraverso operazioni militari coperte.