Colloqui sul nucleare Iran e Paesi europei si incontrano a Istanbul

Iran, nuovo incontro sul nucleare con Europa a Istanbul: ecco cosa c’è in gioco

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Nucleare Iran, l’Europa prova a mediare mentre Trump minaccia nuove sanzioni

Un nuovo incontro tra Iran e i tre principali Paesi europei coinvolti nel dossier nucleare, Regno Unito, Francia e Germania, si terrà venerdì a Istanbul, in Turchia. A confermare la notizia è stato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano Esmaeil Baqaei, citato dall’agenzia di stampa statale IRNA. Fonti diplomatiche francesi hanno confermato l’appuntamento, anche se al momento non sono arrivate conferme ufficiali da parte di Berlino e Londra.

Il viceministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha precisato che i colloqui si svolgeranno a livello di vice ministri, in continuità con il dialogo che Teheran intrattiene da tempo con i partner europei sul programma nucleare.

I tre Paesi europei, spesso indicati come E3, fanno parte del gruppo di potenze mondiali che nel 2015 firmarono lo storico accordo sul nucleare con l’Iran, insieme a Cina, Russia e Stati Uniti. Tuttavia, nel 2018, l’allora presidente statunitense Donald Trump decise di ritirare unilateralmente gli USA dall’intesa, dando il via a una campagna di “massima pressione” contro Teheran.

Dopo il ritorno di Trump alla Casa Bianca nel gennaio scorso, l’amministrazione ha rilanciato quella linea dura, pur mantenendo aperta la porta alla diplomazia. “Continuiamo il dialogo con gli Stati Uniti, ma siamo anche pronti a trattare con gli europei,” ha dichiarato Araghchi, aggiungendo che l’isolamento delle posizioni europee non giova ai negoziati e che per questo motivo l’Iran ha scelto di mantenerli attivi.

L’incontro a Istanbul arriva pochi giorni dopo il quarto round di colloqui indiretti tra Iran e Stati Uniti, tenuti domenica con la mediazione dell’Oman. Teheran ha descritto l’incontro come “difficile ma utile”, mentre fonti americane si sono dette “incoraggiate” dai risultati.

Le potenze occidentali, tra cui gli Stati Uniti, accusano da tempo l’Iran di voler sviluppare armi nucleari. Teheran, dal canto suo, sostiene che il proprio programma ha solo finalità civili e pacifiche.

Nel frattempo, i Paesi europei stanno valutando se attivare il cosiddetto meccanismo di “snapback”, previsto dall’accordo del 2015: una procedura che consentirebbe di ripristinare le sanzioni ONU in caso di mancato rispetto da parte dell’Iran. Questa possibilità, però, scadrà a ottobre.

Durante un forum sugli investimenti in Arabia Saudita, Donald Trump ha lanciato nuove accuse alla leadership iraniana, definendola responsabile di finanziare terrorismo e violenze all’estero, e ha minacciato un blocco totale delle esportazioni di petrolio iraniano in caso di fallimento dei negoziati. “Sono pronto a fare un accordo, ma se l’Iran non collabora, aumenteremo la pressione al massimo,” ha detto Trump.

Araghchi ha risposto criticando le parole del presidente americano, definendole “una visione distorta” e attribuendo le difficoltà dell’Iran alle sanzioni e alle continue minacce — sia militari che economiche — imposte dagli Stati Uniti.

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