Scontro India-Pakistan armi cinesi testate con successo per la prima volta

Jet cinesi J-10 abbattono Rafale indiani: cosa rivela il conflitto tra India e Pakistan

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Durante il recente scontro militare tra India e Pakistan, avvenuto dal 7 al 10 maggio nella regione del Kashmir, sono stati messi alla prova per la prima volta in un conflitto reale i moderni sistemi d’arma cinesi forniti a Islamabad. I risultati sono stati sorprendenti: secondo fonti pakistane, i jet da combattimento cinesi J-10C avrebbero abbattuto tre caccia Rafale di fabbricazione francese in dotazione all’aviazione indiana.

Il ministro degli Esteri pachistano Ishaq Dar ha raccontato in parlamento che, poche ore dopo l’inizio dell’operazione militare indiana denominata “Sindoor”, una delegazione cinese è stata ricevuta al ministero degli Esteri di Islamabad per essere aggiornata sull’efficacia dei loro armamenti. I diplomatici cinesi si sarebbero detti “molto soddisfatti” delle prestazioni dei loro jet.

Le autorità indiane non hanno né confermato né smentito la perdita dei velivoli, alimentando le speculazioni. Anche se la Cina ha preferito non commentare ufficialmente l’accaduto, le immagini raccolte e analizzate da esperti internazionali confermerebbero la distruzione di almeno due aerei francesi — un Rafale e un Mirage 2000.

Il conflitto, conclusosi con un cessate il fuoco dopo quattro giorni, ha messo a confronto diretto due arsenali opposti: da un lato, l’India con armi statunitensi e francesi di ultima generazione; dall’altro, il Pakistan, sempre più dipendente dai sistemi cinesi. Questo confronto ha mostrato che le armi cinesi non solo sono più economiche, ma possono anche essere competitive sul piano tecnologico.

Un successo d’immagine per Pechino, secondo molti analisti. Per un paese che non partecipa a guerre attive dal 1979, il buon esito sul campo rappresenta un’opportunità per accrescere la credibilità internazionale dei propri armamenti, finora percepiti come inferiori rispetto a quelli occidentali.

Tuttavia, non sono mancate le criticità. Mentre i J-10C hanno dimostrato un’ottima efficacia, il sistema di difesa aerea HQ-9 cinese è stato aggirato dai missili a lunga gittata SCALP dell’India, che hanno colpito obiettivi chiave all’interno del territorio pakistano. In particolare, è stato centrato l’aeroporto militare di Nur Khan, vicino al comando responsabile dell’arsenale nucleare pachistano. Questo ha suscitato allarme a livello internazionale per il rischio di escalation nucleare.

Anche i droni hanno avuto un ruolo decisivo. L’India ha utilizzato droni kamikaze israeliani Harop per neutralizzare i radar pakistani, aprendo la strada a nuovi tipi di combattimento tra le due potenze nucleari dell’Asia del Sud.

Lo scontro ha inoltre attirato l’attenzione di osservatori internazionali, in particolare a Taiwan, dove i jet J-10 cinesi pattugliano regolarmente lo stretto. Tuttavia, gli esperti sottolineano che uno scontro con l’isola sarebbe molto diverso, focalizzato più su operazioni navali e sbarchi anfibi che su battaglie aeree come quelle viste tra India e Pakistan.

Infine, la crisi ha anche messo in luce i limiti della diplomazia cinese. Mentre Pechino sosteneva il Pakistan, non è riuscita ad avere un ruolo efficace nella de-escalation, lasciando agli Stati Uniti, ancora una volta, l’onere di mediare tra le due potenze regionali.

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