In India cresce il boicottaggio dei prodotti turchi, dal caffè al cioccolato, fino all’abbigliamento, come segno di protesta contro il sostegno espresso dalla Turchia al Pakistan durante le recenti tensioni in Kashmir.
La protesta è partita da un’associazione nazionale di distributori al dettaglio, l’All India Consumer Products Distributors Federation (AICPDF), che ha annunciato un boicottaggio totale e a tempo indeterminato di tutti i beni di origine turca. La federazione rappresenta circa 13 milioni di piccoli negozi di alimentari in tutto il Paese. A farne le spese sono prodotti come cioccolato, biscotti, confetture, cosmetici e articoli per la cura della pelle, per un valore stimato intorno ai 234 milioni di dollari.
Il motivo scatenante è stata la solidarietà pubblicamente espressa dal presidente turco Recep Tayyip Erdoğan al Pakistan, dopo che l’India aveva lanciato attacchi militari in risposta a un attentato nella regione del Jammu e Kashmir, controllata dall’India ma rivendicata anche dal Pakistan. Il conflitto si è protratto per quattro giorni prima di un cessate il fuoco.
Anche i colossi dell’e-commerce si stanno allineando alla protesta. Le piattaforme di moda online Myntra (controllata da Flipkart, a sua volta sostenuta da Walmart) e AJIO (di proprietà del gruppo Reliance di Mukesh Ambani) hanno rimosso dai loro cataloghi i marchi turchi Trendyol, LC Waikiki, Mavi e Koton. Fonti interne riferiscono che la decisione sia stata presa “nell’interesse nazionale”.
La rimozione dei prodotti turchi non è frutto di un ordine governativo diretto, ma il governo indiano ha comunque preso alcune misure simboliche: ad esempio, ha cancellato il nullaosta di sicurezza per l’azienda turca Çelebi, attiva nei servizi aeroportuali in India. Inoltre, la compagnia Air India ha chiesto alle autorità di bloccare una partnership tra la rivale IndiGo e Turkish Airlines, citando motivi di sicurezza e impatto economico.
Nel frattempo, anche le vacanze in Turchia vengono cancellate: Flipkart ha annunciato lo stop alla vendita di pacchetti viaggio verso il Paese e alcune autorità locali, come il governatore dell’Himachal Pradesh, chiedono il divieto di importazione delle mele turche (pari a circa 60 milioni di dollari l’anno).
Mentre gli scambi totali tra i due Paesi ammontano a circa 2,7 miliardi di dollari l’anno, con una prevalenza di minerali e metalli preziosi, questo boicottaggio potrebbe comunque avere un impatto rilevante sul commercio di beni di consumo.