Il Giappone, il Regno Unito e l’Italia si sono detti favorevoli, in linea di principio, all’ingresso dell’Arabia Saudita nel loro ambizioso programma per sviluppare un caccia di sesta generazione. Tuttavia, secondo fonti vicine al progetto, l’eventuale adesione di Riyad sarà possibile solo in una fase avanzata, quando il programma sarà già ben avviato e superate alcune questioni tecniche e politiche, in particolare sulla condivisione delle tecnologie.

Il programma, chiamato GCAP (Global Combat Air Program), è guidato da un’organizzazione intergovernativa (GIGO) con sede in Inghilterra e da un consorzio industriale chiamato Edgewing, formato da BAE Systems (Regno Unito), Leonardo (Italia) e JAIEC (Giappone). L’obiettivo è realizzare un nuovo aereo da combattimento supersonico entro il 2035, destinato a sostituire i vecchi Eurofighter e gli F-2 giapponesi.
L’ingresso dell’Arabia Saudita nel progetto è stato discusso dopo una riunione virtuale tra i ministri della Difesa dei tre paesi. Non c’è un divieto esplicito alla sua partecipazione, ma i partner vogliono prima stabilire criteri chiari, chiudere accordi interni e firmare il primo contratto internazionale, previsto entro la fine del 2025.
Per prepararsi, Riyad è stata invitata ad acquisire esperienza industriale attraverso l’acquisto e l’assemblaggio locale di Eurofighter, prima di entrare in un programma tecnologicamente più avanzato come il GCAP.
Anche altri Paesi, tra cui alcune nazioni europee, del Medio Oriente e asiatiche, avrebbero espresso interesse per unirsi al progetto. Tuttavia, l’eventuale allargamento richiederà il consenso unanime di Giappone, Regno Unito e Italia.
Attualmente, il progetto è entrato nella fase di progettazione dettagliata. Il primo volo di un prototipo è previsto entro due o tre anni. Tuttavia, permangono alcune tensioni tra i partner, in particolare su chi debba avere accesso completo alle tecnologie. In aprile, il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto ha pubblicamente accusato Londra di non condividere pienamente le innovazioni con Roma e Tokyo.
Se questi attriti non saranno risolti in tempo, potrebbero rallentare l’obiettivo di far volare il nuovo jet nel 2035.
fonte JapanTimes/ET