Carceri, in Italia una situazione drammatica: 11 suicidi in 26 giorni

Share on facebook
Share on twitter
Share on linkedin
Share on whatsapp

Raffaella Stacciarini (Radicali Milano): “Entriamo nelle carceri ogni settimana, solo disperazione e dolore nessuna rieducazione”

Con 11 suicidi da inizio anno (68 nel 2023, secondo anno peggiore di sempre dal ’93 a oggi), con un sovraffollamento medio del 127% e con oltre 60.000 persone attualmente detenute in Italia a dispetto di una capienza regolamentare di 47.300 posti letto, la situazione delle carceri italiane si fa sempre più drammatica e emergenziale.

Nonostante il nostro Paese abbia già ricevuto nel 2013 una condanna dalla CEDU per palese violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti umani, la drammatica questione del sovraffollamento è ulteriormente aggravata dalla cronica carenza organica di personale penitenziario in pianta stabile.

Per questo Radicali Milano ha aderito allo sciopero della fame a oltranza indetto dalla presidente di Nessuno tocchi Caino Rita Bernardini e dal deputato di Italia Viva Roberto Giachetti. 

Lo sciopero nonviolento ha lo scopo di ottenere un dialogo con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e col ministro della Giustizia Carlo Nordio, affinché il numero totale dei detenuti sia a breve ricondotto alla capienza legale.

“Entriamo nelle carceri ogni mese, spesso ogni settimana, e – a parte rari casi virtuosi – vediamo solo disperazione e dolore causati dalle attuali modalità di esecuzione della pena. La pena non deve solo punire, ma anche e soprattutto rieducare e risocializzare, per restituire alla società un individuo migliore e libero”, sostiene Raffaella Stacciarini, segretaria di Radicali Milano.

LEGGI ANCHE

Cos’è l’Eid Ghadeer?

Eid Ghadeer, noto anche come Eid al-Ghadeer, è un evento significativo per molti musulmani, in particolare all’interno della setta sciita. È un giorno che commemora

Amnesty International Rapporto 2023-2024

Il 28 maggio 1961 il quotidiano inglese The Observer pubblica la lettera aperta, firmata dall’avvocato londinese Peter Benenson intitolata “The Forgotten Prisoners” (I prigionieri dimenticati) che inizia