Sui social network, l’estrema destra internazionale sta sviluppando un linguaggio simbolico sempre più sofisticato. In apparenza si tratta di semplici emoji: bicchieri di latte, cuori blu, alberi di Natale. Ma in certi contesti, questi simboli si trasformano in codici segreti per diffondere ideologie neonaziste, razziste e omofobe — spesso eludendo la moderazione delle piattaforme.

A rivelarlo è il lavoro di Ana Zibelnik e Jakob Ganslmeier, due artisti e ricercatori che vivono all’Aia, nei Paesi Bassi. Da otto anni esplorano il mondo digitale dell’estrema destra, documentando la radicalizzazione giovanile attraverso fotografie, video e, soprattutto, una vasta raccolta di emoji e frasi codificate usate da queste comunità online. Il loro obiettivo? Mostrare come l’odio si camuffi dietro l’apparente banalità di immagini quotidiane.
Il significato cambia con il contesto
Secondo Ganslmeier, “il contesto è tutto”: un’emoji del latte in una ricetta è innocua, ma se usata accanto a simboli runici, bandiere tedesche o numeri come “88” (che sta per “Heil Hitler”), assume tutt’altro significato. Lo stesso vale per frasi come “Never lose your smile”, che richiama il teschio sorridente delle SS, o “Have a Totally Joyful Day”, usata in ambienti neonazisti come acronimo per “Total Jewish Death”.
Il loro archivio contiene migliaia di esempi tratti da TikTok, Instagram e X (ex Twitter). In soli tre giorni, hanno identificato oltre 1.800 account in lingua tedesca che diffondono messaggi estremisti con emoji, hashtag e abbreviazioni apparentemente innocue.
Cosa significa tutto questo?
Questo linguaggio segreto, noto come “dog whistle” (come i fischietti per cani che sentono solo loro), permette a chi diffonde odio di comunicare senza esporsi direttamente. Le piattaforme, spesso, non intervengono perché il contenuto resta ambiguo.
Le emoji più usate in questi contesti includono:
- 🥛 Latte: simbolo di presunta “purezza bianca” e supremazia razziale.
- 💯 100%: in ambienti estremisti, indica “purezza razziale al 100%”.
- 🌲 Albero di Natale: usato da chi sostiene l’eco-fascismo, ideologia che unisce ambientalismo radicale e razzismo.
- 🐑 Pecora: per ridicolizzare chi segue le regole senza “pensiero critico”.
- 🙋♂️🙋♀️ Emoji con braccio alzato: interpretate come versioni digitali del saluto nazista.
Altri codici includono frasi alterate come “Never Lose Your Slime” (modifica di “smile” per aggirare i filtri), numeri simbolici come 1488 (unione tra il motto razzista “14 parole” e il codice per “Heil Hitler”) o l’uso di animali e colori (🦅 🇩🇪) legati alla simbologia germanica e nazionalista.
Chi è responsabile?
Le piattaforme social, tra cui TikTok, Instagram e Facebook, sono state spesso criticate per la mancanza di controllo su questi messaggi codificati. Un recente report del Centro educativo Anne Frank di Francoforte ha evidenziato che nonostante i codici siano noti e documentati, vengono ancora tollerati o ignorati. Secondo la direttrice Deborah Schnabel, manca sia l’impegno delle aziende sia una pressione politica sufficiente.
TikTok, ad esempio, ha più di 20 milioni di utenti in Germania, ma ha recentemente ridotto il numero di moderatori per i contenuti in lingua tedesca. Anche Meta, la società di Mark Zuckerberg, ha dichiarato dopo l’elezione di Trump di voler privilegiare la “libertà di espressione”, riducendo gli interventi contro i contenuti politici.
Un linguaggio in continua evoluzione
Il problema più grande, spiegano Zibelnik e Ganslmeier, è che questi simboli cambiano significato continuamente. Non esiste un dizionario fisso: ciò che oggi rappresenta odio, domani potrebbe assumere una nuova forma, rendendo ancora più difficile identificare e bloccare la propaganda.
Il loro glossario non vuole offrire una traduzione definitiva, ma aiutare a riconoscere i segnali. Perché anche un bicchiere di latte può essere molto più di quello che sembra.
L’articolo originale è stato pubblicato dalla testata tedesca ZEIT e tradotto in parte da Worldcrunch