Arrestati 55 uomini in Francia per pedopornografia su Telegram indagato anche il fondatore Durov

Francia, 55 arresti per pedopornografia su Telegram: tra gli indagati anche un prete e un insegnante

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In un’importante operazione condotta su scala nazionale, la polizia francese ha arrestato 55 uomini accusati di possedere, scambiare e visionare regolarmente materiale pedopornografico, in particolare contenuti che coinvolgono bambini sotto i 10 anni. L’inchiesta, durata dieci mesi, ha portato a perquisizioni in 42 dipartimenti del Paese e ha coinvolto figure insospettabili come un prete, un paramedico e un insegnante di musica.

Gli indagati comunicavano tramite l’app di messaggistica Telegram, dove erano in contatto con soggetti ritenuti “estremamente pericolosi”, già incarcerati dallo scorso anno. Le indagini, coordinate dall’OFMIN – l’ufficio francese per la prevenzione della violenza sui minori – hanno richiesto un lungo lavoro sotto copertura, con l’analisi di migliaia di messaggi e contenuti sospetti.

Secondo Quentin Bevan, responsabile dell’unità operativa dell’OFMIN, l’operazione è partita l’estate scorsa con l’arresto di alcuni individui che pubblicavano immagini di abusi su minori tramite Telegram. Da lì, è stata messa in piedi una task force specializzata per identificare e rintracciare gli altri membri della rete.

Nel mirino degli inquirenti è finito anche Pavel Durov, fondatore di Telegram, arrestato a Parigi nel 2024 su mandato dell’OFMIN. È formalmente indagato in Francia per non aver impedito la diffusione di contenuti illegali sulla piattaforma, inclusi pedopornografia, traffico di droga, vendita di armi e persino assunzione di sicari.

Sebbene dopo il suo arresto Telegram abbia adottato alcune misure per collaborare con le autorità francesi, Bevan sottolinea che l’impegno resta insufficiente: “Telegram sta appena iniziando a rispettare i propri obblighi legali”.

Durov, da parte sua, respinge le accuse e afferma che l’azienda combatte da anni la pedopornografia. Di recente ha anche denunciato un presunto tentativo da parte dei servizi segreti francesi (DGSE) di influenzare la moderazione dei contenuti politici sulla piattaforma, accusa che è stata seccamente smentita dalla DGSE.

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