India e Pakistan, la guerra invisibile dei meme tra propaganda e patriottismo digitale

Guerra di meme tra India e Pakistan: come i social plasmano il conflitto

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India e Pakistan, la guerra invisibile dei meme tra propaganda e patriottismo digitale

Dopo l’attacco di Pahalgam, le accuse incrociate tra India e Pakistan hanno alimentato, oltre ai consueti scontri diplomatici e mediatici, una nuova forma di “conflitto” in rete: la guerra dei meme. Nel giro di poche ore, piattaforme come X (ex Twitter), Instagram e WhatsApp si sono riempite di immagini ironiche, battute sarcastiche e contenuti nazionalisti, trasformando la tensione politica in una battaglia digitale fatta di pixel e parole taglienti.

India e Pakistan, la guerra invisibile dei meme tra propaganda e patriottismo digitale
India e Pakistan, la guerra invisibile dei meme tra propaganda e patriottismo digitale

Questo tipo di comunicazione — apparentemente frivola — riveste oggi un ruolo tutt’altro che secondario. I meme non sono solo un passatempo, ma strumenti veri e propri di “soft power”, capaci di influenzare l’opinione pubblica e rafforzare l’identità nazionale. Con battute ispirate a film, cricket o cultura pop, utenti di entrambe le nazioni hanno costruito narrazioni che, pur nella leggerezza, riflettono stati d’animo profondi: rabbia, orgoglio, dolore o resistenza.

Un esempio emblematico è quello del meme “Tea is fantastic”, nato nel 2019 dopo la cattura dell’aviatore indiano Abhinandan Varthaman da parte del Pakistan. Il trattamento cortese ricevuto dal pilota fu trasformato in un simbolo di superiorità morale e ancora oggi circola come strumento di propaganda psicologica da parte degli utenti pakistani.

Questi contenuti, creati e condivisi soprattutto dalla generazione Z, si sono trasformati in una forma di attivismo digitale, con la capacità di raggiungere milioni di persone e influenzare la narrazione dei fatti ben più di una conferenza stampa. Ma il confine tra ironia e incitamento all’odio è sottile. Non a caso, entrambi i governi hanno iniziato a monitorare e in alcuni casi a limitare l’uso dei social: dall’oscuramento di X in Pakistan alle pressioni per un maggiore controllo in India.

Ciononostante, l’effetto unificante dei meme è evidente. Dopo l’episodio di Pahalgam, i social pakistani hanno mostrato un’insolita compattezza nazionale a sostegno delle forze armate, usando l’umorismo come valvola di sfogo. Allo stesso modo, anche in India i meme hanno canalizzato sentimenti patriottici e chiamate alla reazione.

Nell’era digitale, i conflitti non si giocano più solo nei palazzi del potere o sul campo di battaglia. La guerra d’influenza passa anche dai meme, che con la loro rapidità e immediatezza riescono a raccontare — e spesso distorcere — la realtà. Ma soprattutto, restano impressi nella memoria collettiva più di qualsiasi dichiarazione ufficiale.

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