Il viaggio di Destiny: la prigionia in Libia e la traversata del Mediterraneo

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“Osas e Nancy salutarono e ringraziarono ossequiosamente. Osas era obnubilata dall’idea di vivere alle spalle di qualcuno, dopo anni di sacrifici e rinunce e aver dato la sua bocca e gli altri orifizi intimi a chissà quanti uomini per pochi naira, per cui il pensiero che la figlia dovesse vendere il proprio corpo non la toccava.

Sì, sapeva, dalle tante storie sentite, che le ragazze di Benin City in Europa di questo vivevano. Non erano più gli anni Novanta del secolo scorso, quando nessuna notizia riusciva ad attraversare a ritroso il Mediterraneo, la Libia e il Niger. Niente internet, niente cellulari. Rarissime chiamate da telefono fisso a telefono fisso. Gli arricchiti e le arricchite di ritorno non spiegavano mai come avessero fatto fortuna, soprattutto perché la prostituzione era considerata ancora come uno stigma gravissimo, profondo, nella società. Ma quei valori erano caduti sotto le picconate incessanti della corruzione morale e materiale iniziate con il periodo coloniale, inaspritesi con l’indipendenza e poi, sempre di più, negli anni a seguire. La finta libertà ammantata di rosso sangue. Sangue dei propri fratelli e sorelle. Sangue sgorgante vivo da ferite rimarginate con il verde dei naira all’olezzo di petrolio. Chi-se-nefrega- di-essere-puttana-se-siamo-tutte-puttane. Dopotutto, Osas se lo diceva, lo faceva anche lei lì, senza peraltro guadagnarci granché, quando non nuove bocche da sfamare o altri guai. E, poi, quel debito estinto, che gran sollievo. Madame Leona, tutto sommato, era stata buona. Non la toccava neanche l’importo totale del debito per la figlia, tanto in Europa i soldi si guadagnano con estrema facilità, le storie lo dimostravano”.

Alfonso Reccia, nel libro dal titolo Il viaggio di Destiny da cui abbiamo tratto questo brano, ci porta – seguendo le vicende della giovane Nancy – dai sobborghi di Benin City in Nigeria fin sulle strade di Castelvolturno, in un viaggio durante il quale le nuove amicizie leniranno appena innumerevoli orrori, tra i quali la prigionia in Libia e la traversata del Mediterraneo.

Un libro duro e senza sconti, con uno spiraglio di speranza per Nancy e tutte le ragazze che hanno vissuto esperienze simili.

L’autore
Alfonso Reccia
 (Aversa, 1981), docente universitario a contratto in Storia moderna e contemporanea, fotografo reportagista e regista cinematografico, è appassionato di America Latina, Africa e Oriente. È stato insignito nel 2023 del premio nazionale Don Peppe Diana per la legalità. Ha pubblicato Puerto Rico e il passaggio dal colonialismo spagnolo a quello statunitense (2017). Per la Quality Film è autore del documentario 1750 giorni (2020). È presidente della Onlus Street Flowers Relief. Con Infinito edizioni ha pubblicato Fiori di strada (2020).

Il libro:
Titolo: Il viaggio di Destiny

Autore: Alfonso Reccia (€ 17,00 – pag. 182)

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