Iran risponde a Trump: accuse su nucleare, blackout e sostegno a Israele

Iran e Trump, scontro verbale infuocato durante il tour in Medio Oriente

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Teheran risponde duramente alle accuse lanciate da Donald Trump durante il suo viaggio in Medio Oriente, definendole menzognere e pericolose.

Teheran – I vertici politici e militari iraniani hanno reagito con fermezza alle recenti dichiarazioni di Donald Trump, che durante il suo primo tour ufficiale in Medio Oriente ha attaccato duramente la leadership iraniana, definendola “corrotta e inefficiente”.

Durante una cerimonia a Teheran, la Guida Suprema, Ayatollah Ali Khamenei, ha liquidato le parole dell’ex presidente americano come “troppo basse di livello per meritare una risposta”. Davanti a un pubblico di insegnanti, Khamenei ha detto: “Quelle parole sono una vergogna per chi le ha pronunciate e una vergogna per il popolo americano”, accolto da cori antiamericani.

Khamenei ha accusato Trump di mentire quando parla di pace, ricordando il sostegno degli Stati Uniti a Israele e ai massacri nella regione. Ha definito Israele “un tumore pericoloso e canceroso da estirpare”.

Anche il presidente iraniano Masoud Pezeshkian ha condannato duramente Trump, accusandolo di ipocrisia per aver parlato di pace mentre sostiene le azioni israeliane nella Striscia di Gaza, che ha definito un “genocidio”. Pezeshkian ha inoltre ricordato che Trump ha persino sanzionato la Corte Penale Internazionale (ICC), suscitando critiche a livello globale.

Le dichiarazioni iraniane arrivano dopo che Trump, durante il suo tour, ha firmato importanti accordi con Arabia Saudita, Qatar ed Emirati Arabi Uniti, lodando i leader arabi e attaccando duramente Teheran. Ha affermato che l’Iran, a causa della sua classe dirigente religiosa, ha distrutto la propria agricoltura e trasformato terreni fertili in deserti, aggravando la crisi energetica che già porta a lunghe interruzioni di corrente quotidiane.

Le principali industrie iraniane di acciaio, cemento e minerario hanno chiesto al governo di revocare le severe restrizioni sull’uso dell’elettricità, che mettono a rischio la tenuta dell’economia.

Trump ha anche criticato il sostegno iraniano al regime di Bashar al-Assad in Siria, definendolo causa di “morte e destabilizzazione”. Il ministro degli Esteri Abbas Araghchi ha risposto che è stata Washington, con sanzioni e minacce militari, a ostacolare lo sviluppo iraniano, sostenendo al contempo Israele e gli attacchi in Siria.

Anche il capo del Parlamento Mohammad Bagher Ghalibaf ha parlato di “illusioni” da parte dell’ex presidente americano, mentre il generale Hossein Salami delle Guardie Rivoluzionarie ha dichiarato: “Il nostro orgoglio non sono solo i monumenti, ma l’elevazione del carattere, della cultura e dell’Islam”.

Particolarmente criticato è stato l’annuncio di Trump di voler chiamare il “Golfo Persico” con il nome di “Golfo Arabo”, provocazione che ha suscitato indignazione trasversale tra cittadini, media, autorità e perfino iraniani all’estero favorevoli al cambiamento di regime.

Scetticismo su un accordo nucleare

Nonostante le forti tensioni, sia Teheran che Washington dichiarano di voler raggiungere un’intesa sul programma nucleare iraniano per ridurre le tensioni. Tuttavia, dopo quattro cicli di colloqui mediati dall’Oman, un accordo concreto sembra ancora lontano.

Trump sostiene di aver presentato una proposta per accelerare l’intesa, ma l’Iran nega l’esistenza di un documento scritto e accusa gli USA di “retorica confusa e contraddittoria”. Il negoziatore Kazem Gharibabadi ha ribadito che l’arricchimento dell’uranio resta un “diritto irrinunciabile”, smentendo ogni ipotesi di sospensione.

Trump, nel 2018, aveva ritirato gli Stati Uniti dall’accordo sul nucleare siglato nel 2015, reintroducendo sanzioni pesantissime. Attualmente l’Iran arricchisce l’uranio fino al 60%, ben oltre il limite del 3,67% previsto dall’intesa originale, ma finora non ha intrapreso azioni per costruire un’arma nucleare.

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