Teheran – L’Iran ha annunciato che almeno 12 tra giornalisti e operatori dei media sono morti durante i recenti attacchi aerei israeliani, avvenuti nel corso della guerra tra i due Paesi lo scorso giugno. La notizia è stata diffusa dall’agenzia di stampa statale IRNA, citando il reparto stampa dei Basij, la forza paramilitare legata ai Guardiani della Rivoluzione.

Secondo quanto riferito, il bilancio delle vittime tra i professionisti dell’informazione è salito a 12 dopo che sono stati identificati altri due caduti. Le autorità iraniane accusano Israele di aver colpito intenzionalmente infrastrutture mediatiche con l’obiettivo di “mettere a tacere la voce della verità” e fermare i mezzi di comunicazione considerati parte del cosiddetto “Fronte della Resistenza” , espressione usata da Teheran per indicare sé stessa e i suoi alleati nella regione, come Hezbollah in Libano o le milizie sciite in Siria e Iraq.
Il conflitto tra Iran e Israele, iniziato il 13 giugno con un attacco a sorpresa da parte di Tel Aviv, è durato 12 giorni e ha avuto un impatto devastante. La campagna militare israeliana ha preso di mira basi militari iraniane, siti nucleari e perfino aree residenziali. Durante i bombardamenti è stato colpito anche il centro di trasmissione della TV di Stato iraniana a nord di Teheran.
Secondo i dati ufficiali forniti da Teheran, il bilancio complessivo delle vittime in Iran è salito a 1.060 morti. Tra questi ci sono anche alti comandanti militari, scienziati nucleari e centinaia di civili.
L’Iran ha risposto con una serie di attacchi di droni e missili contro Israele, che hanno causato almeno 28 vittime, secondo le autorità israeliane.
Il bilancio umano e materiale di questo scontro, il più violento mai registrato tra i due Paesi, continua a far discutere. Anche se la guerra si è conclusa formalmente, i contorni della crisi restano ancora aperti e le tensioni nella regione non sembrano destinate a diminuire.
ET.