Il movimento Khalistan rappresenta un’ideologia politica sostenuta da una parte della comunità sikh, che chiede la creazione di uno Stato indipendente nel Punjab, nel nord dell’India. Il termine “Khalistan” significa “Terra dei Puri” e affonda le sue radici in una lunga tradizione religiosa e politica che intreccia spiritualità, autogoverno e resistenza.

Le origini religiose e politiche
La visione di uno Stato sikh nasce nel 1699, quando il decimo Guru sikh, Gobind Singh, fonda la Khalsa, una confraternita religiosa e militante con l’obiettivo di difendere i diritti della comunità sikh. Questa visione si consolida nel tempo, alimentando la convinzione che i sikh abbiano un diritto divino a governare il Punjab, la loro terra d’origine.
Nel 1710, sotto la guida del leader Bandā Singh Bahādur, le forze sikh conquistano la città di Sirhind, uno dei principali centri amministrativi dell’Impero Moghul, e fondano una propria capitale a Mukhlispur, con una moneta e sigillo ufficiali. Nonostante la breve durata di questo primo governo sikh, l’idea di uno Stato autonomo del Khalsa rimane centrale nella spiritualità sikh. L’espressione “Raj Karega Khalsa” – “il Khalsa governerà” – è ancora oggi parte integrante delle preghiere quotidiane nei templi sikh (gurdwārā).
Il regno sikh e la dominazione britannica
Nel XIX secolo, la visione prende forma con la creazione dell’Impero Sikh guidato dal Maharaja Ranjit Singh, che unifica il Punjab e territori circostanti come Multan, Kashmir e Peshawar. Questo regno indipendente dura fino al 1849, quando viene annesso all’Impero Britannico. Nonostante la perdita di sovranità, l’idea di un regno sikh sopravvive nel sentimento identitario di molti fedeli.
La partizione dell’India e la rinascita del sogno separatista
Durante i negoziati per l’indipendenza dell’India nel 1947, l’ipotesi di uno Stato sikh fu discussa, ma la scarsa popolazione numerica rispetto ad altre comunità nel Punjab rese l’idea poco praticabile. Con la partizione, il Punjab viene diviso tra India e Pakistan, e molti sikh migrano verso l’India, lasciando le loro terre ancestrali.
Nel 1966, l’India crea un nuovo Stato federato chiamato Punjab, a maggioranza sikh, separandolo dall’Haryana. Tuttavia, una parte del movimento sikh continua a chiedere maggiore autonomia e protezione dei propri diritti culturali e religiosi.
Il conflitto armato e gli anni di violenza
Negli anni ’70 e ’80, il movimento Khalistan prende una piega radicale. Gruppi come l’All India Sikh Students’ Federation e fazioni estremiste del partito Shiromani Akali Dal iniziano a sostenere apertamente la secessione del Punjab dall’India. A guidare la rivolta è il carismatico Sant Jarnail Singh Bhindranwale, che si rifugia con i suoi seguaci nel Tempio d’Oro di Amritsar, il luogo più sacro per i sikh.
Nel giugno 1984, il governo indiano lancia l’Operazione Blue Star, un attacco militare al tempio per rimuovere i militanti. L’operazione provoca centinaia di morti, tra cui Bhindranwale. La reazione è devastante: la premier Indira Gandhi viene assassinata da due guardie del corpo sikh, il che scatena una serie di massacri anti-sikh in tutto il Paese.
Negli anni successivi, il Punjab vive un decennio di violenza politica, attentati e repressione, con migliaia di morti. Solo negli anni ’90 la situazione si stabilizza, anche grazie a un maggiore impegno del governo centrale nel reintegrare la regione.
La diaspora e il Khalistan all’estero
Sebbene in India il movimento armato sia ormai scomparso, l’idea del Khalistan continua a essere promossa da gruppi della diaspora sikh. In Paesi come Canada, Regno Unito e Stati Uniti, organizzazioni come Sikhs for Justice portano avanti campagne, referendum informali e manifestazioni pubbliche per sensibilizzare l’opinione pubblica.
Questa presenza ha generato forti tensioni diplomatiche, come accaduto nel 2023 tra India e Canada, dopo l’uccisione di un leader sikh accusato da Nuova Delhi di legami con il separatismo. Il primo ministro canadese Justin Trudeau ha parlato di un possibile coinvolgimento di agenti indiani, innescando una crisi diplomatica.
Un ideale ancora presente
Nonostante la fine delle ostilità in India, l’ideale di un Khalistan indipendente sopravvive. Per molti sikh, rappresenta un sogno spirituale e politico legato all’identità del Khalsa. Per altri, invece, è un passato doloroso che ha causato sofferenze e divisioni.
Il movimento Khalistan resta uno dei capitoli più controversi della storia moderna indiana. È al tempo stesso un simbolo di orgoglio religioso, un progetto politico incompiuto e una ferita ancora aperta per una parte della società indiana.
Questo articolo si basa su fonti della ricerca pubblicata da Encyclopedia Britannica.