La Cina può minacciare il dominio tecnologico degli Stati Uniti? I giornali cinesi analizzano il caso DeepSeek

La Cina può minacciare il dominio tecnologico degli Stati Uniti? I giornali cinesi analizzano il caso DeepSeek

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L’opinione riportata in questo articolo è ispirata e rielaborata da analisi pubblicate da giornali e fonti accademiche cinesi, e fa riferimento a uno studio del think tank americano Hoover Institution.

Secondo un recente rapporto dell’Hoover Institution, centro di ricerca della Stanford University, il rapido sviluppo del talento cinese nell’intelligenza artificiale rappresenta una minaccia concreta alla supremazia tecnologica degli Stati Uniti. Lo studio prende come esempio la startup DeepSeek, che ha attirato attenzione globale per aver sviluppato modelli AI open-source avanzati a costi molto più contenuti rispetto a colossi americani come OpenAI.

La particolarità di DeepSeek è la sua squadra di giovani ricercatori cinesi, in gran parte formati e cresciuti professionalmente all’interno del sistema educativo nazionale. Su 201 autori analizzati in cinque pubblicazioni scientifiche firmate dal team DeepSeek nel 2024 e 2025, ben 111 sono risultati interamente formati in Cina, senza alcun passaggio professionale o accademico in Occidente. Solo quattro ricercatori non hanno mai lavorato né studiato in Cina.

Questa dinamica, secondo gli autori dello studio – Amy Zegart e Emerson Johnston – mostra come la Cina sia ormai in grado di produrre talento scientifico di alto livello senza dover fare affidamento su esperti stranieri. Il risultato? Un ecosistema domestico che favorisce l’innovazione in campo AI e che mette in discussione l’idea che i migliori cervelli vogliano naturalmente trasferirsi e restare negli Stati Uniti.

La ricerca ha evidenziato come molti dei membri più brillanti del team DeepSeek abbiano studiato temporaneamente negli USA per poi tornare in patria, contribuendo a un flusso unidirezionale di conoscenze verso la Cina. Dei 49 ricercatori con esperienze americane, 31 sono rimasti negli Stati Uniti per un solo anno, mentre solo 18 vi hanno trascorso un periodo più lungo. In totale, questi scienziati hanno frequentato 65 istituzioni distribuite in 26 stati americani – da università pubbliche e private ad aziende tecnologiche – spesso situate in aree ad alta densità di innovazione come la Silicon Valley, Boston, Texas e Midwest.

Questo scambio formativo, secondo il rapporto, non è più centrato sugli Stati Uniti come punto d’arrivo, ma vede l’America come una tappa intermedia: utile per acquisire competenze, relazioni e titoli, che poi vengono reinvestiti in patria per rafforzare il sistema tecnologico cinese. I ricercatori con legami americani, inoltre, sono risultati tra i più produttivi e citati del gruppo DeepSeek.

Nonostante la giovane età del team (molti sono neolaureati o con uno-due anni di esperienza), i numeri parlano chiaro: il gruppo centrale di DeepSeek conta una media di 1.554 citazioni per autore, un indice h (che misura produttività e impatto delle pubblicazioni) pari a 13,5, e un indice i10 di 25,5 – valori comparabili a quelli del team di OpenAI autore del modello GPT-4. L’unica differenza rilevante è il numero medio di citazioni, nettamente più alto per gli americani (4.400).

Le istituzioni accademiche cinesi giocano un ruolo cruciale in questo processo. Il Chinese Academy of Sciences (CAS) è al centro della rete DeepSeek, con 18 autori direttamente affiliati e altri 35 legati a istituti dipendenti. Seguono università prestigiose come la Peking University, Tsinghua, Sun Yat-sen e Nanjing.

Questo ecosistema integrato, secondo lo studio, crea un ambiente fertile per l’innovazione in AI, mettendo in discussione il vantaggio istituzionale degli Stati Uniti. “DeepSeek dimostra quanto sia importante il capitale umano – più dell’hardware o degli algoritmi – nella competizione geopolitica”, si legge nel report. “Il vantaggio americano sul talento si sta assottigliando”.

Gli autori concludono sottolineando che è il momento di rivedere l’assunto secondo cui i migliori talenti del mondo aspirano automaticamente a stabilirsi negli USA. In un mondo dove l’istruzione di alto livello è sempre più diffusa e accessibile in paesi come la Cina, trattenere permanentemente le menti più brillanti diventa una sfida per l’America.

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