L’ambasciatore iraniano presso la Santa Sede, Hojjatoleslam Mohammad-Hossein Mokhtari, ha incontrato sabato Papa Leone XIV durante un ricevimento riservato ai diplomatici accreditati in Vaticano. L’incontro, uno dei primi del nuovo pontefice, ha posto le basi per un possibile rafforzamento dei rapporti religiosi, culturali e diplomatici tra Iran e Vaticano.
Mokhtari ha espresso al Santo Padre le proprie congratulazioni per l’elezione a 267° successore di San Pietro, sottolineando la speranza che questa nuova fase apra “nuove strade di cooperazione” tra Teheran e la Santa Sede. Ha inoltre ribadito l’importanza del dialogo tra religioni per promuovere pace, giustizia e convivenza, in linea con la tradizione diplomatica iraniana favorevole al confronto tra civiltà.
Nel suo primo discorso ufficiale rivolto al corpo diplomatico, Papa Leone XIV ha richiamato i valori dell’Anno Giubilare della Speranza, definendolo un tempo di “conversione, rinnovamento e superamento dei conflitti”. Il Pontefice ha indicato la pace come priorità assoluta, ricordando le gravi sofferenze in atto in luoghi come l’Ucraina e la Terra Santa (Palestina), e ha ribadito il suo impegno per il disarmo e una diplomazia multilaterale.
Questo incontro fa seguito all’appello lanciato da Papa Leone XIV per un cessate il fuoco immediato nella Striscia di Gaza, durante il Regina Coeli inaugurale, dove ha chiesto corridoi umanitari e pronunciato con forza: “Mai più la guerra!”.
Il nuovo Papa, Robert Francis Prevost, di origini statunitensi e peruviane, è salito al soglio pontificio l’8 maggio dopo la scomparsa di Papa Francesco. La sua messa di insediamento si terrà il 28 maggio, con la partecipazione di rappresentanti da tutto il mondo, tra cui il ministro iraniano della Cultura, Reza Salehi-Amiri.
Il suo pontificato si apre all’insegna del dialogo interreligioso e dell’attenzione alle disuguaglianze sociali, temi cari anche alla diplomazia iraniana. Ai diplomatici ha indicato i tre pilastri della sua missione: pace, giustizia e verità, affermando che la pace è un “dono attivo ed esigente” che richiede umiltà e impegno concreto, a partire dalla tutela della famiglia e dalla lotta contro le disuguaglianze globali.