I numeri sono eclatanti, eppure nessuno sembra accorgersi dell’inferno che si è abbattuto in Etiopia. “Emergenza umanitaria” è ciò che si legge nelle poche notizie che circolano su Internet. Abiy Ahmed Ali è diventato il Primo Ministro dell’Etiopia dal 2 aprile 2018 entrando subito a gamba tesa su temi caldi come l’economia statale e l’eventuale liberazione di oppositori politici e giornalisti. Considerato a lungo uno degli stati più repressivi del continente africano, l’Etiopia include al proprio interno più di dieci etnie diverse. Ed è stato proprio in questa clima di cambiamenti portati da Abiy che sono tornati a galla i conflitti interni, generando fra i partiti regionali su base etnica la volontà di ottenere più potere.
Il rinvio delle elezioni parlamentari a causa dell’epidemia coronavirus, a fine marzo 2020, ha permesso ad Abiy Ahmed Ali di rimanere in carica oltre il suo mandato. Ovviamente tutto ciò non è passato inosservato all’opposizione che lo ha accusato di usare l’epidemia soltanto per tenere il potere.
Il Fronte Popolare di Liberazione del Tigrè (partito politico e organizzazione paramilitare) si è duramente opposto al rinvio delle elezioni, minacciando di tenere elezioni proprie nella regione del Tigray. In questo periodo diversi scontri prendono vita all’interno del Paese mentre avanza la pandemia; viene ucciso un cantante di etnia oromo, scatenando tafferugli che porteranno a quasi duecento morti e più di mille arresti.
INIZIO DEL CONFLITTO
Il 4 novembre 2020 il Fronte Popolare di Liberazione del Tigrè attacca le basi militari nella regione del Tigray uccidendo migliaia di soldati dell’esercito federale che, a sua volta, invia rinforzi per un contrattacco.
Questo ha compreso nel corso del tempo, un progressivo isolamento della regione da parte del governo per quanto riguarda i servizi di base come la telecomunicazione, le banche, cibo e acqua.
I NUMERI
Come riportato dal The Washington Post a marzo 2022:
- Fra i 50.000-100.000 morti a causa del conflitto armato
- Fra i 150.000-200.000 morti a causa della carestia
- Più di 100.000 morti per mancanza di cure e strutture sanitarie
Come riportato da unrefugees.org:
- 2,6 milioni di sfollati interni
- Più di 9,4 milioni bisognosi di assistenza immediata
Nonostante l’accordo di pace raggiunto il 2 novembre 2022 a Pretoria, la situazione resta molto delicata e il processo verso il disarmo e la fine dei conflitti appare ancora lungo.
di Sarvish Waheed