Come sta andando l’Europa per quanto riguarda i diritti delle persone trans? Ci dà una risposta esauriente la ricerca di Transgender Europe (TGEU), un’organizzazione che analizza leggi e politiche pubbliche in tutto il continente.
Il 2022 è stato un anno in cui le buone notizie sono state più frequenti delle cattive. A migliorare la media europea è stata soprattutto la Spagna, con una nuova legge che agevola l’occupazione, tutela le persone trans migranti e lotta contro la discriminazione basata sull’espressione di genere. Inoltre, la Spagna (come la Grecia) ha vietato le cosiddette terapie di conversione che promettono di “trasformare” le persone trans in cisgender.
Il paese più trans-friendly d’Europa, però, è l’Islanda, che ha superato Malta.
TGEU, comunque, lanciano l’allarme: i segnali di regressione si moltiplicano. La situazione peggiore si registra in Slovacchia: il riconoscimento legale del genere è sempre più difficile e una nuova proposta di legge vuole vietarlo del tutto.
Brutte notizie arrivano anche dal Regno Unito: il governo, non contento di moltiplicare gli attacchi contro le persone trans, ha bloccato una legge scozzese che riconosceva legalmente il genere in base all’autodeterminazione delle persone.
E l’Italia? Resta il peggiore paese dell’Europa occidentale. Nell’Unione Europea solo Romania, Lettonia, Lituania e Bulgaria fanno peggio di noi. L’Italia prende uno 0 secco per quanto riguarda lotta ai crimini e ai discorsi d’odio e alla discriminazione, ma anche in materia di salute e famiglia. Il paese ha leggi adeguate per la protezione internazionale delle persone trans rifugiate, a cui però non corrispondono politiche pubbliche adeguate. Va un po’ meglio per quanto riguarda il riconoscimento legale del genere, ma anche qui non si raggiunge la sufficienza.
Quel che temono di più le associazioni trans è uno scenario alla statunitense.
Negli Stati Uniti, la destra, sconfitta nella guerra contro i matrimoni tra persone dello stesso sesso, ha deciso di lanciare una campagna contro le persone trans a colpi di fake news sulla “ideologia gender”. E non sono solo parole: dal 2020 ben 20 stati governati dal Partito Repubblicano hanno introdotto nuove leggi che limitano o cancellano i diritti delle persone trans, prendendosela soprattutto con quelle più giovani. E la situazione peggiorerà ancora con la campagna elettorale per le presidenziali.
Ma la tendenza peggiore potrebbe essere un’altra. Negli ultimi 5 anni, gli studios più grandi di Hollywood hanno prodotto solo un film con un personaggio trans, tra l’altro in un ruolo secondario. “La destra è riuscita a demonizzare le persone trans così tanto che è diventato un tema molto sensibile – spiega la produttrice trans Jen Richards – Anche le persone con le migliori intenzioni nell’industria sono molto prudenti”.
La cultura pop è stata essenziale per far capire chi sono davvero le persone trans e per aumentare il rispetto nei loro confronti. Ora questa strada di progresso si sta chiudendo.
di Pier Cesare Notaro