Proteste pro-Gaza scuotono Cannes Hollywood denuncia genocidio, ma il Festival tace

Cannes 2025: star di Hollywood denunciano la guerra a Gaza mentre il Festival si apre con polemiche

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Mentre il Festival di Cannes apre ufficialmente i battenti, più di 380 figure del mondo del cinema hanno firmato una lettera aperta per denunciare quello che definiscono un “genocidio” in corso nella Striscia di Gaza. L’appello, pubblicato sul quotidiano francese Libération e sulla rivista americana Variety, include firme illustri come quelle degli attori Richard Gere, Susan Sarandon e del regista spagnolo Pedro Almodóvar. Tra i firmatari anche Ralph Fiennes, celebre interprete di Schindler’s List, e il regista svedese Ruben Östlund, già vincitore a Cannes.

Proteste pro-Gaza scuotono Cannes Hollywood denuncia genocidio, ma il Festival tace
Proteste pro-Gaza scuotono Cannes Hollywood denuncia genocidio, ma il Festival tace

Al centro dell’appello c’è la tragica morte della fotoreporter palestinese Fatima Hassouna, uccisa a soli 25 anni in un raid aereo israeliano insieme a dieci familiari nella sua casa a Gaza. Il giorno prima era stato annunciato che un documentario su di lei, diretto dalla regista iraniana Sepideh Farsi e intitolato Put Your Soul on Your Hand and Walk, sarebbe stato proiettato proprio a Cannes. Il film sarà presentato nella sezione indipendente ACID giovedì.

Farsi ha accolto con favore la risonanza del suo lavoro, ma ha anche criticato l’atteggiamento del Festival, chiedendo una presa di posizione più netta contro i bombardamenti israeliani. “Dire che il festival non è politico non ha senso”, ha dichiarato all’agenzia AFP.

Nei giorni scorsi si era diffusa la notizia, poi smentita, che Juliette Binoche, presidente della giuria di quest’anno, avesse firmato la petizione. Il suo nome, infatti, non compare tra quelli pubblicati da Libération. Tra gli altri firmatari, anche il regista britannico di origine ebraica Jonathan Glazer, fresco vincitore dell’Oscar con The Zone of Interest, l’attore americano Mark Ruffalo e lo spagnolo Javier Bardem.

Ucraina sotto i riflettori, Gaza resta sullo sfondo

Nel frattempo, il festival ha riservato un’intera giornata alla guerra in Ucraina. Tre film, tra cui due documentari con protagonista il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e un lungometraggio girato al fronte, saranno proiettati durante l’evento. “Un modo per ricordare l’impegno di artisti e giornalisti nel raccontare il conflitto nel cuore dell’Europa”, spiegano gli organizzatori.

Non è invece prevista un’iniziativa simile per Gaza, se non la proiezione del documentario su Hassouna e la presenza del film dei registi gemelli palestinesi Arab e Tarzan Nasser, ambientato nel 2007 nella Striscia, in una delle sezioni parallele.

Grandi nomi, polemiche e novità sul red carpet

La cerimonia d’apertura, in programma martedì sera, sarà guidata da Robert De Niro, che riceverà anche una Palma d’Oro onoraria. Verrà proiettato Leave One Day della regista esordiente francese Amélie Bonnin.

De Niro, noto per le sue critiche feroci a Donald Trump, è tornato al centro dell’attenzione dopo che l’ex presidente USA ha proposto dazi del 100% sui film stranieri. Una misura che ha fatto discutere, ma che sembra difficile da attuare concretamente. Il direttore del festival Thierry Frémaux ha comunque ribadito il valore del cinema americano, presente in forze con registi come Wes Anderson, Richard Linklater e Ari Aster.

Fuori dallo schermo, a fare notizia in Francia è anche il caso giudiziario che coinvolge Gérard Depardieu, accusato di molestie sessuali: una vicenda destinata a catalizzare l’attenzione dei media.

Hollywood, debutti e glamour

Tra i momenti più attesi, anche il ritorno di Tom Cruise con il nuovo Mission: Impossible, tre anni dopo il successo di Top Gun: Maverick. Il festival vedrà inoltre il debutto alla regia di alcune star hollywoodiane: Scarlett Johansson presenta Eleanor the Great, mentre Kristen Stewart porta The Chronology of Water. Nessun divieto ufficiale per gli abiti provocanti sul tappeto rosso, ma “la nudità integrale” è vietata, in linea con la legge francese.

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