Cina accusa Trump “Getta benzina sul fuoco nel conflitto tra Iran e Israele”

Cina accusa Trump: “Getta benzina sul fuoco nel conflitto tra Iran e Israele”

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Pechino mette in guardia Washington e invita alla de-escalation dopo gli attacchi tra Iran e Israele

La Cina ha criticato duramente gli Stati Uniti, accusando Donald Trump di alimentare la crisi in Medio Oriente, dopo che questi ha lanciato un appello drammatico ai cittadini di Teheran affinché evacuino immediatamente la città. Secondo Pechino, simili dichiarazioni rischiano solo di peggiorare la situazione.

«Gettare benzina sul fuoco, minacciare e aumentare la pressione non aiuterà a calmare le tensioni, ma contribuirà solo ad allargare il conflitto», ha dichiarato il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Guo Jiakun, durante una conferenza stampa a Pechino il 17 giugno.

Attacco a sorpresa di Israele
La tensione è esplosa dopo che Israele ha lanciato una campagna aerea a sorpresa contro obiettivi strategici in Iran. Tel Aviv sostiene di voler impedire a Teheran di ottenere l’arma nucleare, un’accusa che la Repubblica Islamica respinge da tempo. L’offensiva ha interrotto i negoziati in corso sul nucleare, aprendo scenari di un possibile conflitto su scala più ampia.

In risposta, Donald Trump ha pubblicato un messaggio d’allarme sul suo social Truth Social, scrivendo: «Chiunque si trovi a Teheran dovrebbe evacuare immediatamente».

L’appello della Cina alla comunità internazionale
Pechino ha invitato le parti coinvolte, in particolare quei Paesi che hanno «una speciale influenza su Israele» a «prendersi le proprie responsabilità» e agire subito per evitare che il conflitto si estenda ulteriormente.

Nella stessa giornata, l’ambasciata cinese in Israele ha consigliato ai propri cittadini di lasciare il Paese al più presto, preferibilmente via terra attraverso la Giordania, per motivi di sicurezza.

«La situazione continua a peggiorare. Sono stati colpiti numerosi obiettivi civili, aumentano le vittime e il contesto di sicurezza si fa sempre più critico», si legge in un comunicato ufficiale diffuso sulla piattaforma WeChat.

Fonte Aljazeera

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