Zohran Mamdani, 33 anni, ha sorpreso tutti vincendo le primarie democratiche per diventare sindaco di New York. Per farsi conoscere dai cittadini, ha deciso di camminare tutta Manhattan a piedi, partendo di sera e arrivando a destinazione alle 2:30 del mattino. Il suo gesto ha fatto il giro dei social: le persone lo salutavano, lo abbracciavano, e alcuni lo acclamavano come “il prossimo sindaco”.

Diverso dagli altri politici, Mamdani ha scelto un linguaggio diretto, senza frasi fatte, puntando su video spontanei e ironici. E questo approccio ha funzionato. I suoi contenuti hanno attirato soprattutto giovani, elettori disillusi e membri delle comunità più diverse di New York, che si sono sentiti rappresentati da un politico autentico, accessibile e coerente.
Una sfida dal basso
A differenza dei suoi avversari più noti, come l’ex governatore Andrew Cuomo, Mamdani non aveva grandi sponsor o fondi. Eppure è riuscito a coinvolgere quasi 50.000 volontari, battere i record di raccolta fondi grazie a piccoli donatori, e ottenere milioni di visualizzazioni con i suoi interventi nei dibattiti, come quando ha criticato pubblicamente Cuomo per i suoi scandali.
Anche la sua identità ha avuto un ruolo chiave: immigrato, musulmano e convinto sostenitore di politiche pubbliche radicali come trasporti gratuiti e supermercati comunali. I suoi avversari lo hanno deriso, definendo il suo programma “utopico”. Ma molti elettori hanno apprezzato la sua onestà e il coraggio di portare avanti idee nuove.
Un messaggio chiaro al Partito Democratico
Il politologo Frank Luntz ha definito la vittoria di Mamdani un campanello d’allarme per i Democratici. A suo dire, non ha perso solo Cuomo, ma l’intera ala moderata del partito rappresentata da Chuck Schumer. Secondo Luntz, i cittadini chiedono una politica più decisa e ideologica, capace di affrontare l’era Trump con determinazione.
Stephanie Taylor, del Progressive Change Campaign Committee, ha aggiunto che “la base democratica è stanca di un partito che ostacola i candidati più coraggiosi”. Mamdani incarna quel desiderio di cambiamento: parla dei problemi quotidiani, dal costo della vita alla dignità del lavoro, e promette soluzioni concrete.
Tuttavia, il suo successo ha mostrato anche un punto debole: ha ottenuto meno consensi tra i residenti a basso reddito, dove Cuomo ha prevalso. E ora, con le elezioni generali di novembre alle porte, Mamdani dovrà dimostrare di saper trasformare le sue promesse in risultati, nonostante la poca esperienza amministrativa.
Come ha detto lui stesso: «Serve un sindaco che guardi l’autoritarismo negli occhi, senza vedervi il proprio riflesso».
ET.