Israele e India vogliono attaccare il Pakistan entro ottobre 2025 Ecco cosa sappiamo

Israele e India vogliono attaccare il Pakistan entro ottobre 2025? Ecco cosa sappiamo

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Secondo il giornalista pakistano Hamid Mir per Geo Tv, dietro la recente guerra lampo tra Israele e Iran si nasconderebbero piani più ampi e pericolosi: un possibile attacco congiunto di Israele e India contro il Pakistan entro ottobre 2025. Un’ipotesi inquietante che, stando alle sue fonti, sarebbe supportata da segnali concreti e dichiarazioni pubbliche.

Israele e India vogliono attaccare il Pakistan entro ottobre 2025 Ecco cosa sappiamo
Israele e India vogliono attaccare il Pakistan entro ottobre 2025 Ecco cosa sappiamo

Un’alleanza ideologica e militare

L’alleanza tra il Primo Ministro indiano Narendra Modi e il suo omologo israeliano Benjamin Netanyahu non è soltanto strategica, ma anche ideologica. Secondo il giornalista sudafricano Azad Essa, autore di Hostile Homelands, il legame tra India e Israele nasce dalla convergenza tra sionismo e Hindutva, due visioni del mondo che, nel contesto attuale, si riflettono in politiche apertamente anti-musulmane.

Già nel 2017 Modi era diventato il primo premier indiano a visitare Israele. Da allora, la cooperazione militare tra i due Paesi è cresciuta notevolmente, tanto che Israele ha persino stabilito fabbriche di armamenti in India. Tra queste, quella del colosso Adani Group che, in collaborazione con Elbit Systems, produce droni Hermes 900 usati sia da Israele sia dall’India. Alcuni di questi droni sono stati utilizzati durante il breve conflitto indo-pakistano di maggio 2025, ma sarebbero stati neutralizzati con successo dalla difesa pakistana.

Le parole che preoccupano

Durante il recente conflitto tra Israele e Iran, l’ex vice ministro israeliano della difesa, il professor Meir Masri, ha pubblicato un post su X in cui ipotizzava la “smilitarizzazione nucleare del Pakistan” come obiettivo successivo. Un’idea che ha trovato eco in molti profili social indiani, i quali parlano apertamente di una “fase finale” chiamata Operazione Sindoor, mirata a colpire le infrastrutture nucleari pakistane.

Un articolo pubblicato il 24 giugno 2025 sul sito Modern Diplomacy da Julian Spencer-Churchill, professore canadese di relazioni internazionali, ha rafforzato questa tesi. Spencer-Churchill sostiene che Israele, dopo aver “neutralizzato” l’Iran, possa usare basi in India per lanciare attacchi aerei o con droni contro gli impianti nucleari del Pakistan. Questo attacco verrebbe accompagnato da un’offensiva militare indiana per dividere il Pakistan e assumere il controllo del Kashmir.

L’obiettivo: spezzare il legame tra Cina e Pakistan

Dietro questa strategia ci sarebbe anche un obiettivo geopolitico: isolare la Cina impedendole l’accesso al porto pakistano di Gwadar. Israele e India vedrebbero in questo intervento un modo per indebolire l’influenza cinese nell’Oceano Indiano e ridisegnare l’equilibrio della regione.

Un piano pericoloso

Ma il Pakistan, avverte Mir, non è né Gaza né Libano. Nonostante le perdite subite, Islamabad ha dimostrato, nel conflitto di maggio, di saper contrastare efficacemente l’aviazione indiana, abbattendo sette aerei tra cui quattro jet Rafale. Il sistema di difesa aerea pakistano sarebbe, secondo il giornalista, più efficace di quello iraniano, e il potenziale missilistico, con i Shaheen-III capaci di colpire obiettivi a 2.750 km – rappresenta una deterrenza concreta per India e Israele.

Il Pakistan ha anche preso posizione contro l’attacco israeliano all’Iran, mentre l’India si è apertamente schierata con Tel Aviv, alimentando i timori di un coinvolgimento attivo in un conflitto regionale più ampio.

Elezioni e strategie di distrazione

Secondo Hamid Mir, Modi potrebbe cercare uno scontro con il Pakistan per fini politici interni, in vista delle elezioni statali in Bihar nell’ottobre 2025. Alimentare il conflitto in Kashmir o scatenare un’escalation militare potrebbero servire a rafforzare la propria immagine nazionalista. Ma, secondo il giornalista, è un gioco pericoloso che potrebbe ritorcersi contro lo stesso Modi, già soprannominato “Surrender Modi” dopo le umiliazioni subite in maggio.

Il conflitto in Kashmir, avvertono anche alcune voci interne indiane, rischia davvero di trasformarsi in una “nuova Gaza”, se non verrà trovata una soluzione politica e pacifica.

Articolo di opinione di Hamid Mir – Geo tv/ET.

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