Un poliziotto è stato ucciso a colpi di arma da fuoco martedì scorso nella provincia del Balochistan, in Pakistan, mentre scortava una squadra impegnata nella campagna di vaccinazione contro la poliomielite. L’attacco è avvenuto nel distretto di Noshki, dove gruppi armati hanno più volte preso di mira operatori sanitari e forze dell’ordine coinvolti in queste attività.
Il funzionario distrettuale Amjad Hussain Soomro ha confermato l’accaduto e ha assicurato che sono stati istituiti posti di blocco per rintracciare i responsabili. Nonostante l’aggressione, la campagna antipolio non è stata sospesa: “Il nostro obiettivo è proteggere ogni bambino e non ci faremo intimidire”, ha dichiarato.

L’agente ucciso, Waheed Ahmed, era originario di Jalalabad, nella stessa area in cui è stato colpito. Il governo provinciale ha espresso cordoglio e riconoscimento per il sacrificio dell’uomo, definendolo un eroe. “Ogni attacco contro questa campagna è un attacco contro il futuro del nostro Paese”, ha affermato il portavoce Shahid Rind.
L’incidente si inserisce in un contesto di crescente ostilità verso le campagne vaccinali in alcune zone del Pakistan. Il Paese, insieme all’Afghanistan, è uno degli ultimi due al mondo in cui la poliomielite è ancora endemica. Le vaccinazioni sono spesso ostacolate da disinformazione e ostilità, talvolta fomentate da gruppi estremisti.
Il presidente Asif Ali Zardari ha condannato fermamente l’agguato, sottolineando il valore del lavoro degli operatori sanitari: “Sono veri patrioti, rischiano la vita per salvare quella dei bambini”. Zardari ha ribadito l’impegno del governo a eradicare definitivamente la malattia e ha elogiato anche l’impegno della figlia Aseefa Bhutto-Zardari, attiva nella promozione delle vaccinazioni.
Anche il primo ministro Shehbaz Sharif e il ministro dell’Interno Mohsin Naqvi hanno espresso ferma condanna per l’attacco, assicurando una risposta severa contro i gruppi che cercano di sabotare la campagna. Il ministro della Salute del Balochistan, Bakht Muhammad Kakar, ha definito l’uccisione dell’agente un “atto vile e inumano” e ha affermato che attaccare la campagna è come attaccare il futuro dei bambini pakistani.
Non si tratta di un episodio isolato: appena un giorno prima, due operatori sanitari erano stati rapiti durante un’altra tappa della campagna, nella regione di Tank.
Nonostante tutto, il governo pakistano ha dato il via alla terza campagna nazionale contro la poliomielite per l’anno in corso. L’iniziativa è stata lanciata presso il Centro Operativo di Emergenza Nazionale di Islamabad, con la partecipazione di funzionari governativi e rappresentanti di organizzazioni internazionali impegnate nella lotta alla malattia.
Il messaggio è chiaro: il Pakistan non si arrende. “Abbiamo gli strumenti, la volontà e il sostegno dei nostri partner globali per sconfiggere la poliomielite”, ha detto Zardari. Ora, però, è fondamentale anche la collaborazione della popolazione: l’appello è a genitori, insegnanti, leader religiosi e media affinché sostengano attivamente questa missione di salute pubblica.