La tragedia di Gaza e il conflitto Israele–Hamas hanno suscitato profonda preoccupazione a livello globale, toccando anche le nostre comunità. Di fronte a una crisi umanitaria che coinvolge civili innocenti, riaffermiamo il rispetto per la vita, la dignità umana e il diritto internazionale. Il Governo italiano ha più volte ribadito la necessità di una soluzione diplomatica, fondata sul dialogo e sul riconoscimento reciproco, sostenendo il diritto di Israele alla sicurezza e quello dei Palestinesi a uno Stato libero e sovrano, in linea con le risoluzioni delle Nazioni Unite.

Proprio per questo, stupisce e indigna che a Correggio la bandiera palestinese continui a campeggiare sulla facciata del Municipio, come se fosse una vetrina politica, ignorando i ripetuti richiami del Prefetto di Reggio Emilia, Maria Rita Cocciufa, che ha sottolineato come le istituzioni debbano mantenere la neutralità e non trasformarsi in terreno di battaglie ideologiche. Una posizione ribadita anche da diversi consiglieri di centrodestra locali, che hanno richiamato l’esigenza di distinguere tra la legittima empatia per le vittime innocenti e l’uso improprio delle istituzioni come palcoscenico politico.
“Un sindaco dovrebbe avere senso delle istituzioni e rispetto del ruolo che ricopre – sottolinea Simone Mora, capogruppo, di Fratelli d’Italia – invece qui si piega la casa comunale a battaglie ideologiche”.
Per Gianluca Nicolini (Forza Italia), “la facciata del Municipio non può diventare una bacheca politica a disposizione della sinistra locale , ma un simbolo di tutti i cittadini, che va tutelato e rispettato. Anche le altre bandiere e striscioni non sono consoni alla sede municipale”.
E Rovesti (Lega) rincara la dose: “Questa ostinazione, in contrasto con i chiari richiami del Prefetto, dimostra come una sinistra a corto di idee si aggrappi a battaglie di bandiera, letteralmente”.

Il centrodestra correggese chiede dunque al sindaco di mettere fine a questa forzatura: il Municipio non è un social network né una sede di partito travestita, ma la casa di tutti i cittadini. È ora che la bandiera venga rimossa e che le istituzioni tornino a parlare con sobrietà e rispetto a tutta la comunità.
ET.