Un noto professore universitario indiano, Ali Khan Mahmudabad, è stato arrestato per un post pubblicato su Facebook in cui commentava le comunicazioni ufficiali dell’esercito indiano sull’operazione militare “Sindoor” contro il Pakistan. L’arresto è avvenuto a New Delhi, a circa 60 chilometri dall’Università Ashoka, dove insegna Scienze Politiche.

Secondo la polizia, Mahmudabad – musulmano, 42 anni – è stato accusato di aver promosso disarmonia tra comunità religiose e incitato alla sovversione, oltre ad aver offeso la religione. La denuncia è partita da Yogesh Jatheri, esponente del movimento giovanile del Bharatiya Janata Party (BJP), il partito di governo.
Il post contestato, pubblicato l’8 maggio, commentava la presenza di due ufficiali donne, tra cui la colonnella musulmana Sofiya Qureshi, nei briefing militari: “Mi fa piacere che tanti commentatori di destra applaudano la colonnella Qureshi. Ma non potrebbero chiedere con altrettanta forza giustizia per le vittime dei linciaggi e delle demolizioni arbitrarie? Gli ideali che si mostrano in TV dovrebbero riflettersi anche nella realtà.”
La Commissione per i Diritti delle Donne dello Stato di Haryana ha accusato Mahmudabad di aver mancato di rispetto alle donne nelle forze armate e di aver promosso discordia religiosa. Il professore, però, ha difeso la sua posizione, chiarendo che le sue parole erano in difesa di cittadini e militari, e che non contenevano elementi misogini.
La vicenda si inserisce in un contesto più ampio di tensioni religiose e repressione del dissenso in India. Organizzazioni come Amnesty International hanno denunciato più volte l’uso di demolizioni punitive contro le comunità musulmane, definite “ingiuste e discriminatorie”. Nonostante l’intervento della Corte Suprema, le demolizioni continuano.
Anche il mondo accademico ha reagito. Circa 1.200 professori e attivisti hanno firmato una lettera aperta a sostegno di Mahmudabad, sottolineando che il professore aveva elogiato la moderazione dell’esercito e criticato il doppio standard del governo, senza alcun intento sovversivo.
Amnesty International ha chiesto l’immediata liberazione del professore: “È vergognoso arrestare un accademico per un post che invoca giustizia. È un attacco alla libertà di espressione,” ha dichiarato Aakar Patel, presidente del consiglio di Amnesty India.
Anche il leader del Congresso, Mallikarjun Kharge, ha condannato l’arresto, definendolo un segno della crescente intolleranza del governo alle opinioni critiche. “Non è anti-nazionale mostrare allo Stato le sue contraddizioni,” ha dichiarato il portavoce del partito, Pawan Khera.
L’arresto di Mahmudabad arriva pochi giorni dopo il cessate il fuoco tra India e Pakistan, firmato il 10 maggio, che ha messo fine a giorni di attacchi aerei reciproci lungo il confine. Gli scontri avevano causato decine di morti da entrambe le parti.