Libertà di stampa, l’Afghanistan resta tra i peggiori al mondo: l’allarme di RSF

Libertà di stampa, l’Afghanistan resta tra i peggiori al mondo: l’allarme di RSF

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L’Afghanistan si colloca al 175° posto su 180 Paesi nel World Press Freedom Index 2025, pubblicato da Reporters Sans Frontières (RSF), confermando una situazione gravissima per la libertà di stampa sotto il regime dei talebani. Nonostante una lieve risalita di tre posizioni rispetto all’anno scorso, il punteggio complessivo è rimasto molto basso: appena 17,88 su 100.

Dal ritorno al potere dei talebani nell’agosto 2021, il panorama dei media afghani ha subito un duro colpo. Il giornalismo indipendente è stato drasticamente limitato, molte voci critiche sono scomparse e i giornalisti – in particolare le donne – subiscono repressioni sistematiche. I contenuti devono seguire rigidamente la linea imposta dal governo, riducendo al minimo il pluralismo dell’informazione.

RSF segnala che il Paese ottiene risultati molto negativi in tutte le aree analizzate: contesto politico, quadro legale, condizioni economiche, pressioni sociali e sicurezza per chi fa informazione. In particolare, l’Afghanistan è al 178° posto per quanto riguarda le leggi sulla stampa e al 175° per la sicurezza dei giornalisti.

Le giornaliste sono tra le più colpite: molte hanno abbandonato il mestiere a causa di minacce e pressioni, soprattutto da parte del Ministero per la Promozione della Virtù e la Prevenzione del Vizio, un organo chiave del regime. Diversi media hanno chiuso i battenti, mentre altri operano sotto censura, mettendo a rischio l’etica professionale e la qualità dell’informazione.

Il quadro generale non è incoraggiante neppure a livello globale. Per la prima volta da quando esiste l’indice, la media mondiale della libertà di stampa rientra nella fascia “situazione difficile”, peggiore rispetto alla precedente classificazione come “problematica”. Tra le cause principali: pressioni politiche, crisi economiche, concentrazione della proprietà dei media e calo di fiducia da parte del pubblico.

Se da un lato la Norvegia mantiene il primo posto come Paese più libero per l’informazione, RSF avverte che quasi un terzo della popolazione mondiale vive oggi in Paesi in cui la libertà di stampa è considerata “gravemente compromessa”. L’Afghanistan ne è uno degli esempi più drammatici.

RSF chiede alla comunità internazionale un intervento urgente: servono aiuti concreti ai media indipendenti, tutela per i giornalisti – soprattutto donne e minoranze – e un impegno costante per difendere la libertà di espressione in un Paese segnato da conflitti e autoritarismo.

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