L’inviato del Qatar all’Aia ha definito la situazione nella Striscia di Gaza come “il crimine dei crimini”, accusando Israele di ostacolare volutamente l’ingresso degli aiuti e aggravare così la crisi umanitaria.

Parlando giovedì davanti alla Corte Internazionale di Giustizia (ICJ), l’ambasciatore del Qatar nei Paesi Bassi, Mutlaq Al Qahtani, ha denunciato il comportamento di Israele come potenza occupante illegale, sottolineando che “Israele utilizza gli aiuti umanitari come mezzo di pressione per raggiungere i suoi obiettivi militari” e che “la fame è tornata a essere una politica ufficiale di Israele”.
Le dichiarazioni del diplomatico arrivano mentre il Qatar si unisce ad altri 40 Paesi nelle audizioni orali presso la Corte, in seguito a una richiesta dell’Assemblea Generale dell’ONU per ottenere un parere legale consultivo sulle responsabilità di Israele in relazione alla presenza delle Nazioni Unite e di altre organizzazioni nei territori occupati.
Sebbene il parere della Corte non sia vincolante, potrebbe influenzare le decisioni politiche di diversi Stati nei confronti di Israele, soprattutto alla luce del deterioramento della sua reputazione internazionale dovuto all’occupazione continua e alle violazioni dei diritti dei palestinesi.
L’ambasciatore qatariota ha inoltre affermato che Israele sta distruggendo “un’intera generazione di palestinesi” impedendo l’arrivo degli aiuti e ostacolando il lavoro di organizzazioni fondamentali, in particolare l’UNRWA, l’agenzia ONU per i rifugiati palestinesi.
Secondo Al Qahtani, “Israele considera da tempo le Nazioni Unite come un ostacolo al suo progetto coloniale”, e ha ricordato che il parlamento israeliano ha approvato due leggi nell’ottobre scorso per espellere l’UNRWA, privando i palestinesi di un sostegno essenziale.
“Essendo un occupante illegale, Israele non ha il diritto di decidere chi può accedere a Gaza: questa scelta spetta al popolo palestinese, in base al diritto all’autodeterminazione”, ha ribadito il diplomatico.
Il Qatar, che ha avuto un ruolo centrale nella mediazione tra Hamas e Israele, ha anche sostenuto la risoluzione ONU per richiedere un parere legale sull’espulsione dell’UNRWA da Gaza.
Dall’inizio dell’offensiva militare israeliana nell’ottobre 2023, Israele ha imposto un blocco totale sulla Striscia di Gaza, permettendo solo in modo molto limitato il passaggio di aiuti e evacuazioni mediche. Il 2 marzo, Israele ha chiuso completamente tutti i valichi, violando i termini dell’accordo di cessate il fuoco mediato da Qatar, Egitto e Stati Uniti a gennaio.
Il 18 marzo Israele ha ripreso l’offensiva, mettendo fine alla tregua. “Israele non ha interrotto l’occupazione. Ha invece continuato la sua guerra genocida contro il popolo palestinese, in particolare a Gaza. Un crimine che scuote la coscienza dell’umanità”, ha affermato Al Qahtani.
Secondo il Ministero della Salute di Gaza, da ottobre sono oltre 61.700 le persone uccise, ma si teme che il numero reale sia molto più alto, con migliaia di vittime ancora sotto le macerie.
Mercoledì scorso, le Nazioni Unite hanno avvertito che Gaza è di nuovo a rischio di fame diffusa e che il sistema sanitario locale è vicino al collasso.