“Respirare La Natura” Palazzo Ducale inaugura la mostra, a cura di Sandro Parmiggiani, con le opere di Rina Ferri

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Sabato 14 ottobre, alle ore 16.45 , nelle Sale dell’Ottocento, al Piano Nobile di Palazzo Ducale a Guastalla, inaugura una nuova mostra dal titolo “RESPIRARE LA NATURA” . L’esposizione, a cura di Sandro Parmiggiani, riunisce le opere di Rina Ferri e sarà visitabile fino al 5 novembre 2023.


Rina Ferri, Respirare la natura

“ Nata a Campagnola Emilia il 12 settembre 1924, Rina Ferri frequenta l’Istituto d’Arte Venturi di Modena: un ambiente aperto e fervido, segnato dall’insegnamento di personalità di valore, quali Pompeo Vecchiati – ecco forse la radice della costante tensione di Rina alla sperimentazione di tecniche e all’uso di materiali nuovi, che del resto pratica già nell’infanzia e nella adolescenza (è lei stessa a ricordare che prima ancora di frequentare le scuole elementari raccoglieva foglie e ciottoli che incollava con l’albume delle uova, facendone delle composizioni, e che con la creta di una fornace vicina modellava delle statuette). Va inoltre ricordato che Modena, negli stessi anni in cui Rina frequenta l’Istituto Venturi, è segnata da un’effervescente vitalità artistico-culturale, che registra la presenza di Francesco Arcangeli e di Antonio Delfini, e che anima, nel 1947, l’organizzazione della mostra del Premio Modena (tra gli altri, nella giuria ci sono Roberto Longhi e Giorgio Morandi) e la costituzione, nello stesso anno, dell’Associazione Amici dell’Arte, presieduta dall’avvocato e poeta Franco Allegretti, la quale organizza mostre di artisti nazionali e locali nella “Saletta del Caffè Nazionale” e viaggi per visitare esposizioni in Italia (in particolare, a Venezia, per la Biennale) e all’estero.


Diplomatasi nel 1949, Rina Ferri imbocca decisamente, da subito, un percorso autonomo tra i due poli rissosi, l’un contro l’altro in aspra tenzone, dell’astrattismo e del neorealismo, dilaniati da feroci contese. Pur partita dal dato naturalistico, Rina vira subito verso la semplificazione delle forme, la riduzione a icona dell’immagine, adottando una materia pittorica “sontuosa”, che si fa quasi organica, vivente, con stesure larghe, macchie di colore puro e grumi di materia, zone di tela scoperta, sabbie, lacerazioni nelle paste alte, giornali incollati sulla tela: strumenti cui s’affida per dare voce a atmosfere, sentimenti, stati d’animo, per sintonizzarsi sul respiro della natura. Emblematica della sua determinazione di carattere è la scelta di non frequentare l’Accademia di Bologna, dove sono saldi punti di riferimento Guidi e Morandi, ma di seguire invece i corsi della Scuola d’incisione di Mario Leoni a Bologna, dove apprende i segreti delle tecniche, e coltiva le sperimentazioni, cominciando a incidere lastre e a stamparle. Di circa 240 lastre, segnate da una straordinaria abilità e da una rara sensibilità per le invenzioni formali e tecniche, è la sua vasta produzione incisoria, alla quale lavora con passione, sempre stampando personalmente le proprie tirature. Nel 1952 inizia la sua lunga carriera di insegnante di materie artistiche nelle scuole medie; nello stesso anno, partecipa al Premio Suzzara. Il 1961 si rivela un anno importante per Rina Ferri: sposa Gino Gandini e tiene la mostra personale d’esordio alla Galleria Santo Stefano di Venezia, presentata in catalogo da Virgilio Guidi, cui lei e il marito rimarranno sempre legati da amicizia. Rina prosegue la sua intensa attività di ricerca, sia nei dipinti che nelle incisioni, mentre si susseguono le mostre, in Italia e all’estero.

A lungo incasellata all’interno di una corrente della pittura emiliana, quella dell’“informale”, Rina è stata attenta a suggestioni di altissimo livello, quasi esclusivamente straniere: la pittura americana, da Ben Shahn agli espressionisti astratti; la pittura francese di Nicolas de Staël, di Lanskoy e di Fautrier; la pittura inglese di Sutherland e quella spagnola di Tàpies; le seduzioni e gli incanti della pittura orientale, evidenti nell’eleganza tormentata del segno. Ciò che immediatamente colpisce, nelle opere di Rina Ferri, è il “taglio” dell’immagine, probabilmente mutuato dalla fotografia e dal cinema, con una natura alternativamente vista dall’alto, o dal basso, con la linea dell’orizzonte alta a chiudere il cielo e ad indicare l’attenzione tutta rivolta alla terra, per meglio penetrarla nelle sue stratificazioni geologiche e nelle sue presenze organiche – la Ferri è affascinata dai fossili, dagli insetti (spesso incastonati, quasi ibernati nelle viscere della materia), dalle linee svettanti degli arbusti o dell’erba.

Tra le sue esposizioni vanno ricordate: l’antologica, nel 1980, nella Sala del Capitano del Popolo di Reggio Emilia; nel 1990, un’analoga, ancora più rappresentativa esposizione alla Casa del Mantegna di Mantova; la mostra, nel 2000, ai Civici Musei di Reggio Emilia.

Rina Ferri muore l’11 marzo 2006; viene sepolta nel Cimitero Monumentale di Reggio, accanto al marito Gino Gandini (1912-2002)”.

Sandro Parmiggiani

RESPIRARE LA NATURA a cura di Sandro Parmiggiani

14 ottobre – 5 novembre 2023
Sale dell’Ottocento, Piano Nobile – Palazzo Ducale – Guastalla
Inaugurazione: sabato 14 ottobre, ore 16.45

Apertura: mercoledì, sabato, domenica e festivi
09.30 – 12.30 / 15.30 – 18.30
Ingresso gratuito!

Per info:
Ufficio Cultura 0522 839756 – 757 – 761 / [email protected]

Ufficio Informazioni Turistiche 0522 839763 / [email protected]

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