G7 in Canada: proteste dei sikh contro l’invito a Modi dopo il caso Nijjar.
Ottawa – La decisione del primo ministro canadese Mark J. Carney di invitare il premier indiano Narendra Modi al prossimo vertice del G7, previsto a Kananaskis (Alberta), ha scatenato forti critiche da parte della comunità sikh in Canada. Il gesto è stato definito “oltraggioso” in un momento in cui i rapporti tra Ottawa e Nuova Delhi restano particolarmente tesi.

La tensione diplomatica tra i due Paesi è esplosa nel 2023, dopo l’uccisione del leader sikh Hardeep Singh Nijjar, cittadino canadese e sostenitore dell’indipendenza del Punjab. Il governo canadese aveva accusato l’India di un coinvolgimento diretto nell’omicidio, accusa respinta da Nuova Delhi. A seguire, vi fu un reciproco allontanamento di diplomatici e accuse di ingerenze indiane nelle elezioni canadesi.
Nonostante questo contesto delicato, il premier indiano ha confermato su X (ex Twitter) di aver ricevuto l’invito da Carney, ringraziandolo pubblicamente e auspicando una cooperazione rafforzata tra le due democrazie.
La risposta della comunità sikh non si è fatta attendere. La World Sikh Organisation of Canada (WSO) ha definito l’invito “un affronto” e ha denunciato la decisione di Carney come una mancanza di rispetto nei confronti dei valori canadesi e della comunità sikh. Il presidente del WSO, Danish Singh, ha parlato di “tradimento”, sottolineando che l’India non solo continua a negare qualsiasi coinvolgimento nell’omicidio di Nijjar, ma si rifiuta anche di collaborare con le autorità canadesi.
Secondo il WSO, le attività di repressione transnazionale da parte dell’India sul territorio canadese sarebbero ormai “ben documentate”, con presunte interferenze politiche e perfino omicidi. In una lettera inviata al primo ministro lo scorso 21 maggio, l’organizzazione aveva chiesto esplicitamente di non estendere l’invito a Modi.
Tra gli episodi più recenti, la rivendicazione da parte della gang Bishnoi dell’uccisione di un imprenditore sikh a Mississauga lo scorso 14 maggio. Il gruppo sarebbe collegato ai servizi segreti indiani. Il WSO accusa Modi di aver più volte giustificato apertamente l’uso della forza anche all’estero contro persone considerate “nemici” dell’India.
Danish Singh ha chiesto una presa di posizione da parte dei numerosi parlamentari sikh presenti nel Parlamento canadese, affinché si difendano i diritti e la sicurezza della loro comunità.
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Le relazioni tra Canada e India hanno vissuto un forte deterioramento a partire dal 2023, quando il primo ministro canadese Justin Trudeau accusò Nuova Delhi di essere coinvolta nell’uccisione del leader sikh Hardeep Singh Nijjar, avvenuta in Columbia Britannica. L’India ha negato ogni responsabilità, ma le accuse hanno portato all’espulsione reciproca di diplomatici e a un clima di crescente sfiducia. Le tensioni si sono ulteriormente aggravate con denunce di interferenze indiane nella politica canadese e con la percezione di un’intensificazione delle attività di repressione contro dissidenti sikh residenti in Canada. Questo contesto ha profondamente segnato i rapporti tra i due Paesi, un tempo legati da forti scambi economici e da una numerosa diaspora.