Tredici testimonianze di lavoro povero raccolte dal segretario FIOM Edi Lazzi
Mercoledì 6 settembre, per Edizioni Gruppo Abele, esce in libreria e online Tanta fatica per nulla. La regola della precarietà, di Edi Lazzi. Il segretario generale della FIOM di Torino raccoglie le testimonianze di lavoratrici e lavoratori in costante precariato, senza diritti né tutele e vittime del lavoro povero.
Cercare di sopravvivere
«Quanti oggi, ben accomodati sul loro zoccolo duro di privilegi, nelle sedi politiche e nei talk show o sulle prime pagine dei grandi quotidiani, discettano di giovani “sdraiati sui divani”, schizzinosi (anzi choosy, all’inglese) e fannulloni […] farebbero bene a leggersi queste pagine sapienti, e le testimonianze di questo libro che ne trasferisce il significato all’interno stesso della vita vissuta». Marco Revelli, nella prefazione al libro, è subito chiaro: là fuori è in corso una trasformazione sociale. In peggio.
Tempo fa era impensabile immaginare il lavoro povero, cioè persone che pur lavorando 40 e più ore alla settimana faticassero ad arrivare alla fine del mese. Poi, nei primi anni 2000, è arrivata la generazione 1000 euro, presto sostituita da quella a 600 euro: quanto guadagni con uno stage ben pagato. Il sistema-lavoro italiano è inceppato, incastrato nella gig economy, in tirocini che non finiscono mai, in collaborazioni occasionali che occasionali non sono, in stipendi da fame.
Un’intera generazione, dai 20 ai 45 anni e più, talmente frammentata e precarizzata da essere incapace di immaginare una soluzione collettiva: se nei decenni scorsi i sindacati e gli altri corpi intermedi intercettavano il conflitto sociale e ne davano significato e strategia, adesso tutto s’infrange nel clima di sfiducia generale che pervade lavoratrici e lavoratori, che poco tempo e forze hanno da dedicare alla lotta di classe, impegnati come sono a cercare di sopravvivere. In questo scenario, s’innestano le tredici testimonianze raccolte da Edi Lazzi.
Precario nel lavoro, precario nella vita
La prima parte di Tanta fatica per nulla delinea il tradimento dei lineamenti costituzionali del lavoro: dall’articolo 1 in avanti, la Costituzione è stata più volte violata quando, ai diritti delle persone, sono stati anteposti il capitale, il profitto, la performance.
La parte centrale del saggio è però la più forte, anche emotivamente: tredici testimonianze di persone che lavorano, o provano a farlo, in condizioni disumane. Come Paolo, 45 anni, che lavora come collaboratore scolastico in Lombardia ma manda quasi tutto quello che guadagna alla famiglia in Calabria. E poi Roberta, 25 anni, che ha lasciato la scuola per il bullismo e ora si trova incastrata nel lavoro nero, senza un diploma e senza diritti. C’è Giovanni, logopedista costretto a dare ripetizioni alle medie. E Lina e Carlo, che insegnano a scuola senza percepire stipendio ma solo per fare punteggio. Assurdo. «Precario nel lavoro, precario nella vita» dice Andrea, che lavora interinale come metalmeccanico ma non ha la stabilità per andarsene da casa dei genitori.
Edi Lazzi conclude il saggio con alcune proposte concrete per il futuro: redistribuzione delle ricchezze, ruolo più centrale dello Stato, salario minimo, riduzione delle ore di lavoro e ripensamento di banche e finanza.
Perché il problema del mondo del lavoro non è, evidentemente, il reddito di cittadinanza: il problema è aver condannato al precariato un’intera generazione. Un problema su cui tutti i governi – ma in particolare questo di estrema destra – ha il dovere di riflettere.
L’autore
Edi Lazzi è il segretario generale della Fiom-Cgil di Torino. Come funzionario sindacale è stato prima responsabile di tutto il sito di Mirafiori per poi seguire le maggiori aziende della componentistica auto gestendo le principali vertenze legate al forte ridimensionamento del settore nel torinese. Da segretario generale segue con particolare attenzione i temi legati alla disparità di genere in ambito lavorativo e le problematiche dei giovani precari. Per Edizioni Gruppo Abele è stato autore del saggio Buongiorno, lei è licenziata. Storie di lavoratrici nella crisi industriale (2021).
Casa Editrice: Edizioni Gruppo Abele