Gli Stati Uniti intervengono per placare le tensioni tra India e Pakistan: colloqui nelle prossime 24 ore
Washington tenta la via diplomatica dopo l’attacco in Kashmir. A rischio l’equilibrio tra due potenze nucleari.
Mentre le tensioni tra India e Pakistan si aggravano a seguito del recente attentato nella regione contesa del Kashmir, gli Stati Uniti sono pronti a intervenire diplomaticamente per evitare un’escalation militare.
Il Segretario di Stato americano, Marco Rubio, ha annunciato colloqui urgenti nelle prossime 24 ore con i ministri degli Esteri di India e Pakistan. L’obiettivo: invitare entrambe le parti alla calma e promuovere una soluzione diplomatica.

“Stiamo parlando con entrambi i governi e li invitiamo a non aggravare la situazione”, ha dichiarato la portavoce del Dipartimento di Stato, Tammy Bruce, durante una conferenza stampa a Washington martedì. “Rubio ritiene che la diplomazia debba avere un ruolo centrale in questo momento delicato”.
Le tensioni sono esplose dopo l’attacco del 22 aprile a Pahalgam, nella regione indiana del Jammu e Kashmir, sotto amministrazione contestata. Nell’attentato, uno dei più gravi degli ultimi vent’anni, hanno perso la vita 26 persone, in gran parte turisti.
Il giorno successivo, il governo indiano ha deciso di sospendere unilateralmente il Trattato delle Acque dell’Indo, un accordo cruciale per la gestione condivisa delle risorse idriche, firmato nel 1960 con la mediazione della Banca Mondiale. In risposta, il Pakistan ha minacciato di sospendere l’Accordo di Simla del 1972 e di chiudere lo spazio aereo ai voli indiani.
Secondo fonti di intelligence pakistane, l’India starebbe pianificando un attacco militare nelle prossime 24–36 ore, usando l’attentato di Pahalgam come giustificazione. Il ministro dell’Informazione pakistano, Atta Tarar, ha accusato Nuova Delhi di voler assumere un ruolo unilaterale di “giudice, giuria ed esecutore”, definendo l’approccio indiano pericoloso e destabilizzante.
Islamabad ha inoltre respinto con forza le accuse di complicità nell’attentato, chiedendo un’indagine internazionale indipendente per accertare la verità.
“Anche il Pakistan è stato vittima del terrorismo e conosce bene il dolore e le conseguenze di tali atti di violenza,” si legge in una nota ufficiale del governo pakistano, che ribadisce l’appello alla moderazione e alla pace nella regione.
Con due potenze nucleari in rotta e la diplomazia appesa a un filo, il rischio di un’escalation è concreto. Gli occhi del mondo restano puntati su Washington, nella speranza che i colloqui annunciati possano riportare stabilità in un’area già da tempo instabile.