Al festival organizzato da Rubbettino, il prossimo sabato, la lectio magistralis di Riccardo Manzotti e Simone Rossi su identità e IA
Se c’è un appuntamento tra i più amati dal pubblico di Sciabaca – il festival dedicato ai viaggi e culture mediterranee organizzato ogni anno da Rubbettino a Soveria Mannelli, in Calabria – questo è senz’altro la tradizionale lectio magistralis del sabato sera che vede illustri studiosi alle prese con argomenti di grande fascino.
Quest’anno – l’anno della rincorsa tra le varie aziende hi-tech per la messa a punto del più intelligente sistema di intelligenza artificiale – la lezione, prevista per la sera di sabato 23, non poteva che essere dedicata al tema del momento, l’intelligenza artificiale appunto.
A fare da leit-motiv un’inquietante domanda: ma un sistema intelligente può essere anche un individuo? E cosa rende l’individuo tale?
A tracciare alcuni possibili percorsi per rispondere a questo interrogativo, due ospiti d’eccezione: Riccardo Manzotti e Simone Rossi.
Riccardo Manzotti, filosofo e ingegnere, è professore di filosofia teoretica all’università IULM di Milano. È stato visiting scholar al MIT di Boston e ha pubblicato decine di articoli scientifici e filosofici. Si è sempre occupato di coscienza e di intelligenza artificiale, oltre che di media, psicologia dell’arte, stati allucinatori. Manzotti dal 2014 sostiene una teoria della mente di tipo naturalistico, ovvero la nostra esperienza non è una entità astratta come l’informazione, ma è tutt’uno con il mondo fisico nel quale viviamo. Una forma di esistenzialismo 2.0, insomma.
Simone Rossi è Professore di neurologia all’Università di Siena, dirige l’attività clinica relativa alla Malattia di Parkinson e il Si-BIN Lab (Siena Brain Investigation & Neuromodulation Lab). È stato presidente della Società Italiana di Psicofisiologia e Neuroscienze Cognitive e segretario della Società Italiana di Neurofisiologia Clinica. È un esperto internazionale di studi funzionali sul cervello, in particolare delle metodiche di stimolazione transcranica.
Riccardo Manzotti e Simone Rossi sono autori di un recente libro per Rubbettino dal titolo “Io & IA Mente, cervello & GPT”.
Chi sono io? O che cosa sono io? Una volta lo si sarebbe chiesto a un filosofo, poi a un neuroscienziato, oggi lo possiamo chiedere a una intelligenza artificiale, un IA, anzi una ia (in minuscolo). Ma la ia saprà che cosa è un io? La ia sarà un io? E l’io, poi, sarà qualcosa che si è o che si ha? Persi in questo labirinto di domande, un neuroscienziato e un filosofo della mente si confronteranno con l’intelligenza artificiale in un dialogo a due (o a tre?) e si interrogheranno sulla natura di noi stessi e dei nostri alter ego artificiali. In un momento in cui le intelligenze generative (ChatGPT, Dall-E, OpenAI) sembrano diventare capaci di creare contenuti paragonabili a quelli degli essere umani, ci sentiamo smarriti. Siamo diventati obsoleti? Il cervello sarà in grado di competere con i computer dotati di nuovi algoritmi? C’è qualcosa che le macchine non hanno? E se ci fossimo trasformati in macchine a nostra volta? In fondo anche il cervello non contiene niente che la fisica non possa spiegare.