Firenze, 22 ottobre 2023 – Si è conclusa domenica 22 ottobre Florence Queer Festival, il festival diretto da Barbara Caponi e Giacomo Brotto interamente dedicato alle culture queer, che nella sua ventunesima edizione ha proposto film, incontri, dibattiti e masterclass con ospiti quali Bill Oliver, Peter Nickovitz, Carmen Giardina, Massimiliano Palmese, Marta Bencich, Annagaia Marchioro, Lorenzo Balducci, Frad e Immanuel Casto, più diverse anteprime nazionali, tra cui i primi due episodi della miniserie diretta e scritta da Xavier Dolan, The Night Logan Woke Up, non ancora disponibile in Italia.
Nel corso della serata di premiazione, che ha visto la partecipazione di Tomaso Montanari e della Dirigente scolastica del Liceo Leonardo Da Vinci di Firenze Annalisa Savino, la Direzione ha dichiarato: «La ventunesima edizione è stata per noi un giro di boa, un’edizione rinnovata nella direzione, nello staff, nella programmazione e nei formati, confermando la profonda capacità di narrare le vite della comunità queer. Siamo molto felici del risultato ottenuto sia in termini di partecipazione – in termini di presenze in sala e di collaborazioni con associazioni e realtà nazionali e internazionali, sia per l’alta qualità dei film presentati».
La giuria lungometraggi formata da Annagaia Marchioro, Lorenzo Balducci e Frad ha premiato come Miglior film Our Son di Bill Oliver “per la capacità di raccontare la storia di una separazione con grande delicatezza ed universalità. Un film dalla drammaturgia impeccabile con un cast d’eccezione. Una vicenda privata, un dramma familiare che fa da specchio ad un periodo storico come il nostro, attraversato da molti conflitti. E che ci ricorda si può sempre riuscire a trovare un’altra strada. Partendo dalla cura di noi stessi e degli altri”. La giuria ha aggiunto: “Ci sembra importante oggi in Italia portare il racconto di una famiglia arcobaleno, mostrandola per ciò che è: una famiglia come tutte le altre. Perché le dinamiche dei sentimenti sono uguali per tutt@.”
La stessa giuria ha inoltre conferito una menzione speciale al regista Vuk Lungulov-Klotz, “per il suo straordinario contributo all’arte cinematografica” attraverso il suo film Mutt. “Il suo lavoro ha catturato la nostra attenzione grazie alla narrativa coraggiosa e commovente che esplora le complesse questioni legate all’identità e alle relazioni interpersonali nella comunità queer. Vuk Lungulov-Klotz ha dimostrato una immensa maestria nella regia, trasportandoci in un viaggio emozionante e coinvolgente attraverso la vita del protagonista, con interpretazioni straordinarie da parte del cast. Il suo film è senza dubbio un’importante voce nel panorama cinematografico queer, perché contribuisce ad arricchire la rappresentazione delle soggettività transmasculine, troppo spesso invisibilizzate”.
La giuria cortometraggi formata da Daniela Colamartini, Margherita Fiengo Pardi e Lukas März ha decretato Miglior cortometraggio How Not to Date While Trans di Nyala Moon “per aver saputo brillantemente unire un linguaggio cinematografico ironico, diretto e brillante ad un messaggio politico e umano universale, come quello della ricerca dell’amore soprattutto quello verso se stessə”.
La stessa giuria ha assegnato una menzione speciale a Che buffa, la zia Valeria di Marta Specolizzi: “un tenero e incantevole ricordo e omaggio ad una donna che in un piccolo paese del Salento sfidava le dinamiche di paese e i limiti di un amore socialmente accettabile. Un ritratto intimo e commovente che abbiamo voluto premiare per il bel dialogo tra le immagini d’archivio e il flusso di racconto della regista.
Il Premio Pride, la cui giuria era composta da Alessia Crocini, Egon Botteghi e Matteo Mammini, è andato a Every Body di Julie Cohen, che “ha il merito di portare all’attenzione del grande pubblico una realtà ancora poco conosciuta e rappresentata, anche all’interno della comunità LGBTQIA+, com’è quella delle persone intersex. La forza di questo film sta nell’aver messo al centro del racconto le persone intersex come uniche e indiscusse protagoniste delle loro storie. In vite in cui per troppo tempo la sovradeterminazione dei corpi da parte della medicina e della società ha avuto il sopravvento, producendo dolori e cicatrici su carne e anima. Quegli stessi corpi oggi motore di visibilità, presa di parola e attivismo, senza intermediazioni. Corpi e vite come motivo di orgoglio, perfetta incarnazione dello spirito del Pride“.
La stessa giuria ha attribuito una menzione speciale al cortometraggio Luki di Marta Bencich: “Cosa spinge una persona a fare attivismo? A spendere parole, costruire luoghi safe, creare e produrre cultura e immaginari LGBTQIA+. Quando e come si decide di dedicare la propria vita a un’idea? Questo corto animato prova a rispondere raccontando l’infanzia di Luki Massa, una delle attiviste e artiste lesbiche più importanti del nostro Paese. Una storia unica e personale, capace però di diventare universale”.
Il premio Queer Animation, assegnato da una giuria di studentз coordinatз da Giacomo Guccinelli, responsabile per la didattica di TheSIGN Comics & Arts Academy, è andato al cortometraggio A Spot for Frog di Evan Bode: “Abbiamo apprezzato il taglio identitario transfemminista intersezionale su micro-labels e identità meno tipiche, la sperimentazione artistico-linguistica e la rappresentazione delle identità marginalizzate, spesso anche in seno alla comunità queer. Questo corto interseca nello specifico identità non-binary, corpi non conformi, razzializzazione e neuroatipicità, intercettando un forte bisogno generazionale di unione delle lotte. Ci rende inoltre molto orgogliostз l’aver premiato Evan Bode, artista e attivista queer in prima linea nelle lotte transfemminista, antifascista e oggi schieratə a fianco di chi denuncia le violazioni dei diritti umani connessi al climate change e non ultimo la crisi umanitaria che vive chi abita la striscia di Gaza”.
Oltre al premio, una menzione nella sezione Queer Animation va a Amours Libres di Emily Worms “per aver rappresentato cosa può esserci oltre la monogamia e la mononormatività relazionale. Un corto che parla appunto di nuove geografie della prossemica relazionale, del poliamore e dell’anarchia relazionale e approfondisce attraverso il dialogo tra due personaggi e lo slice of life la rara rappresentazione di alcune forme di non-monogamia consensuale”.
Infine, il premio speciale Best Storyteller è stato assegnato al regista Bill Oliver e allo sceneggiatore Peter Nickowitz nel corso di una masterclass di sceneggiatura queer condotta da Writing Monkeys.
I premi assegnati da Florence Queer Festival sono creati da Opera Lènta di Giuliano Foca, laboratorio artigianale che nasce a Spoleto con l’arte e la passione della legatoria sino a trovare nuove forme artistiche in oggetti di design.
Spiega l’artigiano: “Quest’anno i premi vogliono essere una rappresentazione delle connessioni proprie della natura, quasi a ricordare che la mutevolezza e la bellezza sono fatte di mescolanza, contaminazioni. E allora la pelle accoglie la fibra di fico d’india, con la sua trama che unisce, senza sacrificare l’unicità di ogni singola cella. Ogni spazio ha un suo personale valore e porta con sé una storia che se da un lato abbraccia il giglio, dall’altro può essere il giardino di tutt*”.