Più di 1 milione di sfollati dall’inizio del conflitto. Più di 5 mila i palestinesi morti nei bombardamenti – tra cui più di 2 mila bambini -, più di 16 mila i feriti. Numeri catastrofici che forse, non danno l’idea della crisi estrema in cui i civili sono costretti a sopravvivere.
Come riportato da Oxfam Italia e dalla sua portavoce Paola Pezzati, con l’assedio Israeliano erano stati vietati gli ingressi nella Striscia di Gaza, agli aiuti umanitari. Tuttavia, dalla scorsa settimana è stato concesso il passaggio a 63 camion attraverso il valico di Rafah, con i beni necessari per provare a tamponare le necessità dei civili. Prima del 7 ottobre arrivavano 500 camion a settimana e ad oggi, con la popolazione allo stremo, ne entrano molto meno della metà. Dei 63 camion entrati la scorsa settimana, solo la metà contenevano cibo.
Straziante è la testimonianza di una donna proveniente da Beit Lahia, che ha trovato riparo con la famiglia in una scuola nel sud della Striscia di Gaza. È scappata con i figli dopo che sono iniziati i bombardamenti. Racconta di come, correndo per strada, sopra di loro lanciassero i missili bombardando civili e uccidendo migliaia di persone innocenti.
“Siamo costretti a mischiare acqua minerale con l’acqua salata per poter bere. Igiene intima, e altre necessità di base sono totalmente compromesse”.
Le scorte alimentari, secondo le testate internazionali – all’interno della Striscia di Gaza – potrebbero durare non più di due settimane.
di Sarvish Waheed