Islamabad contro Nuova Delhi: “Sospendere il Trattato dell’Indo è un atto di guerra”
Nel pieno di una nuova fase di tensione tra India e Pakistan, aggravata dalle discussioni recenti al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, Islamabad ha respinto con fermezza le accuse mosse da Nuova Delhi in merito all’attacco di Pahalgam, definendole “prive di fondamento e lanciate senza alcuna prova o indagine”.
Il portavoce del Ministero degli Esteri pakistano ha dichiarato che il paese è pienamente preparato a difendere la propria sovranità e che, in caso di aggressione, il Pakistan eserciterà il suo diritto alla legittima difesa, come previsto dalla Carta delle Nazioni Unite.
“L’India cerca di sfruttare eventi come quello di Pahalgam per screditare la legittima lotta del popolo del Kashmir,” ha affermato il portavoce, aggiungendo che Nuova Delhi continua a utilizzare la strategia delle “accuse automatiche” per deviare l’attenzione internazionale.
Il portavoce ha anche sollevato nuove preoccupazioni riguardo alle azioni indiane sul Trattato delle Acque dell’Indo, firmato nel 1960. La sospensione o deviazione del flusso dei fiumi, ha dichiarato, rappresenterebbe un “atto di guerra” e una grave minaccia alla stabilità regionale.
Oltre alle accuse “senza prove”, il Pakistan ha denunciato le cosiddette “uccisioni mirate” in Kashmir, che definisce parte di una campagna di terrore sponsorizzata dallo Stato indiano.
Infine, Islamabad ha esortato la comunità internazionale ad assumersi le proprie responsabilità, ricordando che la questione del Kashmir è uno dei più antichi dossier ancora irrisolti nell’agenda delle Nazioni Unite.