Ashura, il giorno che divide e unisce i musulmani: cos’è e quando si celebra

Ashura, il giorno che divide e unisce i musulmani: cos’è e quando si celebra

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Domenica 6 luglio 2025, milioni di musulmani in tutto il mondo celebreranno Ashura, una delle date più importanti del calendario islamico. Cade il 10° giorno del mese di Muharram, che segna l’inizio dell’anno secondo il calendario lunare islamico. Ma se il giorno è comune a tutti i musulmani, il modo in cui viene vissuto e il suo significato variano profondamente tra sunniti e sciiti, le due principali correnti dell’Islam.

Ashura, il giorno che divide e unisce i musulmani: cos’è e quando si celebra
Ashura, il giorno che divide e unisce i musulmani: cos’è e quando si celebra

Ashura: cos’è, quando si celebra, come viene vissuta da sciiti e sunniti?

Ashura per i sunniti: digiuno e gratitudine

Per i musulmani sunniti, Ashura è legata a due grandi eventi raccontati nei testi religiosi: la salvezza del profeta Mosè e del popolo d’Israele dall’esercito del faraone attraverso l’apertura del Mar Rosso, e la fine del Diluvio Universale con l’approdo dell’arca di Noè.

Il profeta Maometto, secondo i hadith (detti del Profeta), avrebbe trovato i membri della comunità ebraica di Medina a digiunare in questo giorno, e ne avrebbe approvato la pratica, raccomandando ai musulmani di fare lo stesso. Oggi, molti sunniti digiunano il 10 Muharram, oppure il 9 e il 10 insieme, come segno di ringraziamento a Dio. Non ci sono riti dolorosi o di lutto; piuttosto, preghiere e momenti di riflessione spirituale nelle moschee.

Ashura per gli sciiti: il giorno del martirio

Per i musulmani sciiti, invece, Ashura è soprattutto il giorno del martirio dell’Imam Hussein, nipote del profeta Maometto, ucciso nella battaglia di Karbala (oggi in Iraq) nel 680 d.C. Hussein è la terza guida spirituale riconosciuta dagli sciiti, che vedono negli Imam i legittimi successori del Profeta, discendenti diretti attraverso sua figlia Fatima e il genero Ali.

La battaglia di Karbala rappresenta per gli sciiti l’opposizione al potere ingiusto e corrotto dei califfi omayyadi, in particolare di Yazid I, il cui governo era ritenuto illegittimo. Hussein, pur sapendo di andare incontro alla morte, scelse di non cedere e di combattere fino alla fine per i suoi principi. Per questo motivo, Ashura è vissuta come una giornata di profondo dolore ma anche di orgoglio spirituale.

Riti e celebrazioni nel mondo sciita

Nelle città a maggioranza sciita, come Karbala, Najaf, Qom, Mashhad e Beirut sud, Ashura è commemorata con una serie di riti pubblici e privati. Le celebrazioni includono:

  • Processioni di lutto, con fedeli vestiti di nero che si percuotono il petto in segno di dolore;
  • Recite pubbliche (“ta’ziya”) che mettono in scena le ultime ore di Hussein e dei suoi compagni;
  • Sermoni religiosi che esaltano i valori di giustizia e sacrificio incarnati da Hussein;
  • In alcuni casi, autoflagellazione rituale (tatbir), pratica controversa e oggi scoraggiata da molte autorità religiose, che invitano invece alla donazione del sangue come gesto simbolico e utile.

I paesi dove la presenza sciita è più significativa

Gli sciiti costituiscono circa il 15-20% della popolazione musulmana mondiale, ma la loro presenza è rilevante in diversi paesi, dove Ashura assume una dimensione anche pubblica:

  • Iran – Il cuore dello sciismo “twelver” (duodecimano), dove Ashura è festa nazionale e le celebrazioni sono molto sentite;
  • Iraq – Sede del santuario di Hussein a Karbala, luogo di pellegrinaggio per milioni di sciiti;
  • Bahrein – A maggioranza sciita ma governato da una monarchia sunnita;
  • Libano – Soprattutto nelle zone a sud e nella Valle della Bekaa, dove ha una forte presenza Hezbollah, movimento sciita;
  • Azerbaigian – Ha una larga maggioranza sciita, anche se le celebrazioni religiose sono più contenute;
  • Pakistan – Gli sciiti sono una minoranza consistente e Ashura è spesso accompagnata da misure di sicurezza per il rischio di attacchi;
  • India – Circa 30 milioni di sciiti, soprattutto nello Stato dell’Uttar Pradesh, con grandi manifestazioni durante Ashura;
  • Afghanistan – Anche qui presenti celebrazioni sciite, spesso oggetto purtroppo di tensioni con gruppi estremisti;
  • Siria, Yemen, Arabia Saudita orientale, Turchia orientale – Altri paesi dove vivono significative comunità sciite.

L’origine della parola e il significato religioso

Il termine “Ashura” deriva dalla parola araba “ashara”, che significa “dieci”. Il mese di Muharram, da cui Ashura prende il nome, è considerato sacro anche per i sunniti, perché è uno dei mesi in cui, secondo la tradizione, è vietato combattere.

Nel Corano, la liberazione di Mosè è vista come un miracolo voluto da Dio per salvare il suo popolo. Per questo, molti musulmani credono che digiunare in questo giorno comporti la remissione dei peccati dell’anno precedente.

Una data che unisce nella fede ma divide nella memoria

Ashura è una data che unisce i musulmani nel ricordo di Dio, ma che li divide nella memoria storica e religiosa. Per i sunniti è un giorno di grazia, per gli sciiti un giorno di resistenza e tragedia. Tuttavia, in un mondo segnato da conflitti e incomprensioni, la figura di Hussein viene sempre più riconosciuta anche fuori dall’ambito sciita come simbolo di lotta contro l’ingiustizia, superando le divisioni settarie.

Leggi anche: La Storia della Battaglia di Imam Hussein (link).

ET.

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