Durante un’audizione del 10 giugno davanti alla Commissione Forze Armate della Camera USA, il comandante del Comando Centrale (Centcom) Michael “Erik” Kurilla ha definito il Pakistan un «partner fenomenale» nella lotta al terrorismo globale.
Il generale ha spiegato che, grazie a un intenso scambio di intelligence con Washington, l’esercito pakistano ha colpito le cellule di Daesh-Khorasan (Isis-K), uccidendo decine di miliziani e catturandone cinque di alto profilo.
Fra questi arresti figura Mohammad Sharifullah, detto “Jaffar”, accusato di aver organizzato l’attentato all’Abbey Gate dell’aeroporto di Kabul nell’agosto 2021, costato la vita a 170 civili afghani e 13 militari statunitensi.
Dopo il fermo, Islamabad ha offerto agli Stati Uniti l’estradizione immediata del sospetto, gesto che Kurilla ha indicato come prova di una cooperazione «efficace anche con risorse limitate».
Il comandante ha però ricordato che il Pakistan resta sotto pressione: dall’inizio del 2024 si sono registrati circa mille attentati, concentrati soprattutto nelle province di Khyber Pakhtunkhwa e Belucistan, bersagli del gruppo talebano pakistano (TTP) e della stessa Isis-K.
Proprio per far fronte a queste minacce, a maggio Islamabad e Washington hanno rilanciato il dialogo antiterrorismo, impegnandosi a contrastare insieme Isis-K e TTP.
Kurilla ha infine sottolineato che gli Stati Uniti devono mantenere rapporti stretti con entrambe le potenze nucleari del subcontinente: «Non è un gioco a somma zero tra India e Pakistan; ogni relazione ha i suoi vantaggi», ha detto.
Daesh-K è la branca regionale dello Stato islamico, attiva lungo il confine afghano-pakistano dal 2015. Dopo il ritorno dei talebani a Kabul nel 2021, molti suoi combattenti si sono rifugiati nelle aree tribali di frontiera, diventando oggi la principale minaccia jihadista per Islamabad
Fonte – Geo
