Il vero nemico dell’India? L’estremismo interno promosso da Modi e RSS

Il vero nemico dell’India? L’estremismo interno promosso da Modi e RSS

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Modi è un pericolo per l’India più di quanto lo sia il Pakistan.

Recentemente, il capo di Stato Maggiore della Difesa indiana, il generale Anil Chauhan, ha ammesso pubblicamente che l’India ha perso la “guerra delle narrazioni” contro il Pakistan, dopo settimane di silenzio sull’abbattimento di caccia militari durante un breve conflitto. Questa dichiarazione ha svelato le contraddizioni della propaganda ufficiale indiana, mettendo in luce la costruzione di un’immagine pubblica distorta nei confronti del Pakistan.

Il vero nemico dell’India? L’estremismo interno promosso da Modi e RSS
Il vero nemico dell’India? L’estremismo interno promosso da Modi e RSS

Secondo l’opinione del giornalista Hamid Mir, il problema più grande per l’India non è il suo vicino, ma il radicalismo interno promosso dal governo guidato da Narendra Modi e dal movimento RSS, storicamente legato all’ideologia che portò all’assassinio di Mahatma Gandhi.

Un’eredità ideologica pericolosa:
Modi non è solo un leader politico, ma rappresenta un pensiero estremo che affonda le sue radici nel nazionalismo induista dell’RSS, di cui il suo partito, il BJP, è la rappresentanza politica. Questa stessa ideologia fu alla base dell’assassinio di Gandhi nel 1948, da parte di Nathuram Godse, affiliato all’RSS. Nonostante Godse avesse dichiarato di essersi allontanato dall’organizzazione, un’inchiesta della BBC ha dimostrato il contrario.

Alcuni esponenti del BJP hanno persino lodato Godse, definendolo un “patriota”, in aperta contraddizione con il rispetto dovuto a Gandhi, considerato il padre dell’India. Questo clima di revisionismo storico si affianca a un rigetto dei simboli nazionali: l’RSS non ha mai riconosciuto la bandiera tricolore né la Costituzione indiana, preferendo i propri simboli religiosi.

Le accuse di terrorismo e la repressione interna:
Mentre Modi accusa costantemente il Pakistan di sostenere il terrorismo, diverse fonti, tra cui The Guardian, Washington Post e studi accademici, hanno rivelato come l’India stessa abbia sostenuto attività destabilizzanti nei paesi vicini. Episodi come il massacro di musulmani in Gujarat nel 2002, durante il governo locale di Modi, gli hanno valso in Occidente il soprannome di “macellaio di Gujarat”.

Nel 2022, un ex militante RSS ha rivelato di essere stato addestrato per compiere attacchi da attribuire falsamente ai musulmani. Inoltre, l’attuale capo dell’RSS, Mohan Bhagwat, insiste nel considerare tutti gli indiani come “indù” e critica apertamente cristiani e musulmani, alimentando intolleranza e violenze contro le minoranze.

Un progetto espansionista:
L’idea dell’“Akhand Bharat” una Grande India che include territori da Afghanistan a Myanmar, è stata promossa apertamente dal BJP e dall’RSS. Una mappa con questa visione è stata esposta in Parlamento, suscitando allarmi nei paesi vicini. Questo progetto, secondo CNN, rappresenta un pericolo neo-imperialista e violerebbe il diritto internazionale.

L’ideologia dietro Akhand Bharat prevede non solo l’espansione territoriale, ma anche la conversione forzata dei non-indù tramite il programma “Ghar Wapsi”, già operativo in diverse regioni dell’India.

L’appello alla società civile indiana:
Non tutti gli indiani condividono questa visione estrema. Molti indù si oppongono apertamente alle posizioni del BJP e dell’RSS. Hamid Mir sottolinea che il movimento di indipendenza del Kashmir ha preceduto la nascita del Pakistan e che altre spinte separatiste, come quella in Nagaland, sono radicate nella storia dell’India stessa.

È essenziale che i cittadini indiani si oppongano a queste derive autoritarie e suprematiste. Non solo per salvare la democrazia interna, ma anche per garantire la pace in tutta la regione.

Articolo di opinione basato sul punto di vista di Hamid Mir, giornalista pakistano di GEO TV

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