Per la prima volta, un alto ufficiale indiano ha riconosciuto pubblicamente che l’India ha perso alcuni caccia durante il violento scontro con il Pakistan avvenuto il 7 maggio. Il Capo della Difesa indiana, il generale Anil Chauhan, lo ha dichiarato in un’intervista concessa a Bloomberg TV durante il vertice sulla sicurezza Shangri-La a Singapore.

“Non conta quanti aerei, ma perché”
Chauhan non ha confermato il numero di velivoli persi e ha smentito la versione pakistana secondo cui sarebbero stati abbattuti sei jet indiani. Ha preferito concentrarsi sulle cause dell’incidente: “Non è importante quanti aerei siano stati colpiti, ma piuttosto le ragioni. Abbiamo analizzato l’errore tattico e lo abbiamo corretto in fretta”, ha affermato il generale.
Secondo Chauhan, l’Aeronautica indiana ha ripreso le operazioni già il 10 maggio, compiendo raid mirati con diversi tipi di aerei e armamenti. L’India ha riferito di aver colpito almeno otto basi aeree pakistane, inclusa una vicina alla capitale Islamabad.
Il Pakistan, dal canto suo, sostiene che dopo le perdite subite, l’aviazione indiana non sia più tornata in azione. Fino ad oggi, Nuova Delhi non aveva mai confermato direttamente di aver perso aerei, nonostante l’insistenza di Islamabad e le affermazioni recenti del primo ministro pakistano Shehbaz Sharif.
Nessun rischio nucleare!
Nonostante alcuni attacchi abbiano interessato zone vicine a siti nucleari, né l’India né il Pakistan hanno mai pensato di usare armi atomiche. Chauhan ha chiarito che “non c’è mai stato un rischio reale che il conflitto degenerasse in uno scontro nucleare”.
Anche il generale pakistano Sahir Shamshad Mirza ha confermato che non si è mai arrivati vicino alla cosiddetta “soglia nucleare”.
Secondo Chauhan, le forze armate si sono comportate in modo razionale durante l’intera crisi: “Chi indossa l’uniforme tende a essere più lucido nei momenti critici. Non c’è stato nulla che lasciasse pensare a una risposta irrazionale”.
Nessun intervento della Cina, Chauhan ha infine escluso un coinvolgimento cinese, nonostante l’alleanza tra Islamabad e Pechino. “Dal 22 aprile in poi non abbiamo registrato movimenti insoliti lungo il confine nord, né segnali che indicassero un sostegno cinese”.
Le cause dello scontro tra India e Pakistan:
Il confronto armato è scoppiato dopo un attacco a Srinagar, in Kashmir amministrato dall’India, il 22 aprile, che ha causato la morte di 26 persone, in gran parte turisti. L’India ha accusato “terroristi sostenuti dal Pakistan”, mentre Islamabad ha negato ogni coinvolgimento e ha chiesto un’indagine indipendente.
Le ostilità sono cessate ufficialmente il 10 maggio, dopo giorni di bombardamenti, attacchi aerei, uso di droni e artiglieria da entrambe le parti. È stato il confronto più duro tra le due potenze nucleari da anni.
Fonte – Independent