La risposta del Sindaco alla interpellanza circa la persistente chiusura della r.s.a. “bisini” di Guastalla presentata dal gruppo consiliare “avanti Guastalla”

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Ieri sera (martedì 26 settembre) il Consiglio comunale di Guastalla, riunitosi nella sala consiliare del palazzo municipale, ha discusso, fra i vari punti all’ordine del giorno, sulla persistente chiusura dell’RSA Bisini, in merito all’interpellanza presentata da gruppo consiliare ‘Avanti Guastala’.

“Con interpellanza presentata in data 17/06/2022 – si legge nella interpellanza discussa ieri sera – domandavamo al Sindaco di Guastalla di voler indicare quali iniziative l’Amministrazione Comunale intendesse eventualmente porre in essere per rimuovere gli impedimenti all’inserimento nella R.S.A. di Guastalla di soggetti bisognosi dei relativi servizi. Dopo oltre un anno la situazione, purtroppo, non è cambiata: la Struttura è ancora chiusa; è di tutta evidenza come sia fondamentale che i servizi della Residenza Sanitaria Assistenziale siano quanto prima riattivati”. Pertanto i consiglieri Gianluca Soliani e Francesco Benaglia hanno chiesto al Sindaco di Guastalla di voler rispondere alle seguenti domande: Quali sono stati, se ci sono stati, nell’anno trascorso dalla presentazione della suddetta interpellanza, i passi compiuti dall’Amministrazione Comunale onde determinare la riapertura della locale R.S.A.? Quali sono gli attuali, persistenti impedimenti alla riapertura stessa? L’Amministrazione Comunale è orientata ad operare affinché siano superati? In che modo? Entro quando si prevede la riapertura della Struttura?”

LA RISPOSTA DEL SINDACO

Il sindaco Camilla Verona ha precisato che per “poter rispondere in modo chiaro ed esaustivo alle domande e ai temi che esse sottendono è necessario condividere la storia che ha portato, nel 2020, alla riduzione dell’accoglienza dei posti disponibili della CRA, denominata “RSA” nell’interpellanza. La risposta primaria è la situazione pandemica del 2020. In quell’anno, nel mese di marzo, il nucleo di EX RSA allocato all’interno della CRA di Guastalla era ancora attivo e pienamente occupato di persone, come noto, ricoverate per un dato tempo in relazione ai bisogni. La RSA, infatti, era una tipologia di servizio dedicata ad ospiti con alta valenza sanitaria e prevalentemente a carattere temporaneo. Questa tipologia di servizio – RSA – in Emilia Romagna è stata superata con la DGR n. 514 del 2009 che ha istituito un’unica tipologia residenziale per anziani, la CRA, che eventualmente può ospitare un nucleo ad alta valenza con presenza infermieristica h/24. Con l’arrivo del COVID si è reso necessario trasformare quel nucleo ad alta valenza in un nucleo COVID che ha risposto efficacemente ai bisogni del territorio tutto, no solo della Bassa reggiana, nel momento di emergenza pandemica. Il COVID, però, non ha impattato solo sulla vita degli anziani e dei cittadini tutti, ma ha anche messo in evidenza la fragilità quali-quantitativa delle professionalità sanitarie (medici, infermieri, fisioterapisti) e socio sanitarie (OSS). Se fino al 2020 la crisi del replacement degli organici dei servizi sopraindicati era solo accennata, è con il COVID che l’evidenza è esplosa. Come noto e desumibile in vari rapporti e pubblicazioni nazionali, ad oggi sul territorio nazionale mancano 65mila infermieri sia nelle strutture per anziani, sia negli ospedali, e si prevede un meno 100mila entro il 2029. In contemporanea si registra un trend in diminuzione di iscrizioni alle facoltà universitarie sanitarie. A questo proposito oggi si registra un meno 10,5% delle iscrizioni. Si è assistito e tutt’ora si assiste ad una carenza strutturale che ha portato all’impossibilità di reperimento sul territorio nazionale, di professionisti, situazione che non ha permesso una riapertura a pieno regime del nucleo EX RSA una volta conclusa la pandemia. Gli standard di funzionamento delle professionalità sanitarie per gli ospiti ad alta valenza, infatti, prescrivono una presenza delle medesime più intensa, in particolare h/24 per gli infermieri.

Ciononostante, in considerazione della necessità di accogliere persone con bisogni sanitari elevati o in dimissione ospedaliera, l’ente gestore (Coopselios) in accordo con tutti gli interlocutori istituzionali interessati, in primis il Comune di Guastalla e l’ufficio di Piano, ha messo in campo la seguente strategia: ricerca di infermieri su tutto il territorio nazionale ed estero e, al contempo, ricerca di case dove alloggiarli, che può risultare particolarmente difficoltosa soprattutto a Guastalla.

L’iter burocratico ed organizzativo per l’inserimento di personale infermieristico – in particolare estero – è lungo e complesso (ricerca, selezione, formazione, anche linguistica, in loco, iter per l’ottenimento di nulla osta, permesso di soggiorno e visto). Il percorso, iniziato nel 2021, ha consentito di avere per la CRA di Guastalla, solo nel 2023, l’assunzione di 5 infermieri. Ad oggi, tre di questi sono in inserimento e stanno completando il percorso di formazione e addestramento on the job.

A questo gruppo si è aggiunta anche una infermiera che ricopre il ruolo di RCA – responsabile cura ed assistenza (coordinatore infermieristico /caposala) con un curriculum prestigioso, essendo stata “cultore della materia” presso l’Università Unimore – facoltà di infermieristica.

Con questi inserimenti, non ancora conclusi, in quanto è permanentemente attiva la ricerca e selezione di nuove unità, l’ente gestore, in accordo con le istituzioni, ha potuto programmare una serie di azioni tese a permettere almeno l’ingresso di persone in dimissione ospedaliera senza necessità sanitarie notturna, così da ampliare l’offerta residenziale (+ 5 posti CRA per dimissione ospedaliera). Ovvero le persone dimesse dall’ospedale, che non hanno bisogno di una assistenza notturna sanitaria, vengono prese in carica ma no sono inserite nella CRA.

Tutto il percorso è stato monitorato con attenzione e supportato da parte degli interlocutori istituzionali del territorio. In seguito all’attenta valutazione delle risorse e dei bisogni del territorio l’Ufficio di Piano ha promosso questo primo step di risposta correlato al azioni che sono andate a rafforzare le competenze richieste, ciò ha permesso inoltre di arrivare ad una riapertura che ha nella qualità il focus principale”.

La sindaca Verona ha poi indicato “le azioni implementate in tal senso da maggio 2023, a supporto del succitato aumento posti, in base al progetto denominato ‘aumento posti letto temporanei per dimissioni protette’ sono state: incontri con Distretto, ufficio di Piano, SAA e professionisti del territorio per la definizione del progetto e definizione piano operativo di intervento; attivazione di posti ad alta valenza sanitaria in strutture del distretto e/o della provincia (Fabbrico e Reggiolo) in attesa dell’attivazione dei posti di RSA c/o la CRA Agorà di Guastalla; ridefinizione range organici e correlata turnistica; definizione dei ruoli e del percorso di ingresso/dimissione degli ospiti in posto temporaneo (condivisione protocolli); formazione e aggiornamento dei ruoli professionali sanitari (in particolare fisioterapisti): ridefinizione degli spazi e del loro uso in relazione ai bisogni di questa tipologia di utenti”.

Verona ha poi precisato che “come ogni progetto, sarà necessario il monitoraggio e la verifica di questo step prima di replicarlo così da permettere la piena capienza del nucleo EX RSA, fatto salvo auspicabili provvedimenti governativi che possano supportarci nella risoluzione del problema della carenza strutturale delle professioni sanitarie e sociosanitarie.Tutto quanto riportato specificamente vale per tutta la nazione. Lo stesso governatore Zaia sta cercato disperatamente infermieri nel sud America”.

Il consigliere Benaglia ha ringraziato la sindaca, precisando che l’RSA è una struttura a servizio della comunità augurandosi che finché non ci sarà l’ospedale di comunità possa funzionare l’RSA.

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