Dopo l’uccisione di una collaboratrice scolastica da parte di un ragazzo di 14 anni, la Francia si interroga su come fermare l’ondata di violenza tra i giovani. Il governo ha annunciato nuove misure urgenti, tra cui il divieto dell’uso dei social media per i minori di 15 anni e quello della vendita di coltelli ai minorenni.

Il dramma si è consumato martedì a Nogent, una tranquilla cittadina dell’est della Francia. Durante un controllo degli zaini all’ingresso della scuola, uno studente di 14 anni ha accoltellato e ucciso Mélanie, 31 anni, collaboratrice scolastica e madre di un bambino di quattro anni. Da settembre lavorava in quell’istituto, dopo aver lasciato il lavoro da parrucchiera per dedicarsi al mondo dell’istruzione.
Il gesto ha lasciato sgomenta tutta la comunità. Fiori, messaggi di cordoglio e silenziosi abbracci si sono accumulati davanti alla scuola. “Non ci sono parole”, ha detto una vicina, “è una tragedia per la sua famiglia, soprattutto per quel bimbo che ora è senza madre”.
L’allarme del governo: basta social ai minori
Di fronte alla crescente violenza giovanile, il presidente Emmanuel Macron ha annunciato su X (ex Twitter) l’intenzione di vietare l’accesso ai social network ai minori di 15 anni: “Le piattaforme possono verificare l’età, è tempo che lo facciano”. Se l’Unione Europea non agirà in tempi brevi, la Francia è pronta a procedere da sola.
L’iniziativa è sostenuta anche da Spagna e Grecia, che chiedono regole comuni europee per limitare l’esposizione dei minori ai contenuti online. Numerosi studi hanno evidenziato gli effetti negativi dei social sulla salute mentale e fisica dei ragazzi.
Stop alla vendita di coltelli e nuovi controlli a scuola
Nel frattempo, il governo ha annunciato che entro due settimane sarà vietata per decreto la vendita di qualsiasi tipo di coltello ai minori. Il premier François Bayrou ha confermato che il provvedimento sarà operativo subito. Inoltre, ha proposto l’introduzione sperimentale di metal detector nelle scuole.
Tuttavia, non tutti sono d’accordo con queste misure. I sindacati della scuola criticano le perquisizioni e l’uso del personale scolastico per compiti di sicurezza. “Gli assistenti educativi non sono guardie”, ha detto Sophie Venetitay del sindacato SNES-FSU.
L’educazione resta al centro del dibattito. Il governo invita genitori e insegnanti a prestare attenzione ai segnali di disagio nei ragazzi, pur ammettendo la carenza di psicologi scolastici.
Giovedì a mezzogiorno, in tutte le scuole francesi si osserverà un minuto di silenzio per ricordare Mélanie. La ministra dell’Istruzione Elisabeth Borne ha dichiarato che la scuola è sotto shock, come tutta la nazione.